AL PRIMO TENTATIVO IL PROMONTORIO AFRICANO POTREBBE FARE «STRIKE» SULLA PENISOLA IBERICA
AL PRIMO TENTATIVO IL PROMONTORIO AFRICANO POTREBBE FARE «STRIKE» SULLA PENISOLA IBERICA
Entriamo un po’ più nel merito del tempo previsto per quest’ultima settimana di aprile perché l’evoluzione calcolata dalla modellistica numerica è ormai sempre più orientata a delineare un’intensa ondata di calore per la penisola iberica. Si profilerebbe infatti una marcata avvezione di aria calda subtropicale che, come abbiamo già accennato nella precedente analisi, sarà collegata alla prima espansione sul Mediterraneo occidentale del promontorio nord africano che andrà ad assumere la forma di una vera e propria cupola centrata tra il Marocco e l’Algeria (fig. 1, a sinistra). Sulla superficie isobarica di 850 hPa, cioè a circa 1500 metri di quota, il flusso meridionale porterebbe isoterme dai valori marcatamente anomali per fine aprile, in media fino a 8-12 °C oltre la media climatologica tra mercoledì 26 e sabato 29 (fig. 1, a destra).
Questa anomalia contrasterà con temperature inferiori alla norma, fino a 4-7 °C, che invece interesseranno l’Europa centrale e balcanica, la penisola anatolica e il Mediterraneo orientale perché su questi settori sarà ancora in azione la saccatura responsabile delle attuali condizioni di instabilità che stanno interessando la nostra penisola. In questa dinamica, ci domandiamo qual è l’elemento di rilievo che deve destare la nostra attenzione. Di sicuro l’impronta che lascerà molto probabilmente l’ondata di caldo sulla penisola iberica e in modo particolare sulla Spagna meridionale.
Sappiamo infatti che la distribuzione e l’evoluzione delle anomalie di temperatura sono parte integrante della circolazione atmosferica perché sono la dimostrazione più immediata che le masse d’aria si muovono per mantenere un equilibrio termico tra le diverse latitudini: quando, però, l’intensità dell’anomalia sconfina nell’eccezionalità e quando questa anomalia assume sempre più spesso il segno positivo è un chiaro segnale che siamo di fronte ad una dinamica atmosferica che si è spostata verso gli eventi caldi. Proprio in relazione al caso che stiamo esaminando, la modellistica numerica assocerebbe ai valori così marcatamente anomali previsti in quota la caratteristica di «evento estremo» in quanto l’intensità dell’avvezione subtropicale attesa nei prossimi giorni sfiorerebbe o addirittura raggiungerebbe il 100° percentile (fig. 2, a sinistra).
Sulla stessa scia troviamo anche l’Estreme Forecast Index (EFI) applicato alla previsione della temperatura a due metri (fig. 2, a destra): quel rosso acceso, corrispondente al valore 1 dell’indice, mostra proprio che molto probabilmente la penisola iberica sperimenterà nei prossimi giorni temperature molto elevate per il periodo, a cavallo dell’eccezionalità. In estrema sintesi, siamo di fronte ad un evento che il modello prevede andare fuori scala dalla sua climatologia. Guardando poi sempre a 850 hPa e a 2 metri, non avrebbe invece alcuna rilevanza dal punto di vista statistico il fatto che a est ci siano condizioni con temperature inferiori alla media perché fasi più fredde del normale di questa intensità cadono all’interno della distribuzione climatologica, senza raggiungerne la coda come invece farà molto probabilmente l’ondata di caldo spagnola. Concludo questo intervento facendo notare come sia ormai diventato vulnerabile il settore europeo occidentale alle espansioni del promontorio nord africano.
Anche se nei prossimi giorni non assisteremo ad una marcata espansione meridiana della figura subtropicale, è bene ricordare che la radice delle più intense ondate di calore che hanno interessato questo settore del nostro continente è stata quasi sempre impiantata tra Marocco e Algeria: i 40 °C registrati per la prima volta a Londra nel luglio dello scorso anno e il superamento diffuso e per più giorni di questa soglia sulla Spagna e sulla Francia avvenuti durante la scorsa estate sono gli effetti di dinamiche simili a quella che nei prossimi giorni interesserà la penisola iberica. Il fatto che aprile termini sull’angolo sud-occidentale europeo con una probabile nuova ondata di calore dalle probabili caratteristiche eccezionali va proprio nella direzione ormai tracciata e che inequivocabilmente mostra il nostro Mediterraneo occidentale come area particolarmente sensibile agli effetti del cambiamento climatico.
Una precisazione: l'articolo qui proposto è stato redatto per quantificare in linea di massima l'impronta dell'ondata di calore spagnola. Non è stata trattata la sua futura evoluzione e il coinvolgimento dell'Italia perché la sua influenza sarà marginale e, come detto nell'ultima analisi, si limiterà a portare temporaneamente temperature estive (tra 25 e 30 °C) soprattutto sulle due Isole Maggiori sul finire della settimana. Circa le condizioni atmosferiche previste per la nostra penisola, rimane invariata la linea di tendenza tracciata ieri: un generalizzato aumento termico, senza eccessi, prima che il promontorio venga eroso dal flusso perturbato atlantico all'inizio del nuovo mese. Ne riparleremo.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera