UNA SETTIMANA DI GENERALE VARIABILITÀ, CARATTERIZZATA DA UN FLUSSO ATLANTICO POCO INCISIVO
UNA SETTIMANA DI GENERALE VARIABILITÀ, CARATTERIZZATA DA UN FLUSSO ATLANTICO POCO INCISIVO
Gli effetti del riscaldamento stratosferico polare, avvenuto nel corso delle ultime settimane, stanno influenzando da pochi giorni anche la dinamica troposferica con un cambiamento degli equilibri tra le figure di alta e di bassa pressione che di fatto sta rimodulando i flussi e il movimento delle masse d’aria. In questo processo evolutivo, nei prossimi giorni vedremo all’opera un anticiclone di blocco sulla Groenlandia ed il lobo principale del Vortice Polare sull’Eurasia che esporranno le alte latitudini all’arrivo di correnti molto fredde di origine artica (fig. 1).
Giunto in prossimità dell’Islanda, questo flusso settentrionale si dividerà in due rami: il primo si limiterà ad interessare l’Europa centro-settentrionale apportando ancora condizioni di tempo invernale, mentre il secondo entrerà a largo giro in Oceano Atlantico dopo essere stato richiamato a ovest da un centro di bassa pressione che si posizionerà a sud dell’isola canadese di Terranova.
Sarà questo secondo ramo a condizionare il tempo delle nostre latitudini almeno fino alla fine della prima decade del mese perché andrà a riattivare quella circolazione zonale a cui solitamente si lega la formazione delle perturbazioni atlantiche che sono dirette verso il nostro continente e che sono accompagnate da aria tutto sommato temperata (fig. 2).
Per il Mediterraneo, tuttavia, la costruzione di questo canale depressionario orientato approssimativamente lungo i paralleli non produrrà gli effetti sperati in termini di frequenza di passaggi perturbati organizzati, cioè di sistemi frontali in ingresso da ovest che si inseriscono in cavi d’onda strutturati e capaci di interessare anche le nostre assetate regioni settentrionali.
Al contrario, il flusso sarà teso e quindi l’aria umida in arrivo potrà contare solo sul trampolino di lancio offerto dai pendii dei rilievi (sbarramento) per sollevarsi e produrre qualche precipitazione che, nella prima parte della settimana, interesserà in modo irregolare e intermittente solo i versanti esposti: in prima fila ci saranno quindi le Alpi occidentali di confine e l’estremo arco alpino orientale dove ci attendiamo qualche nevicata tra i 900 e i 1200 metri, il versante ligure-tirrenico e la costa occidentale della Sardegna (fig. 3).
Sul finire del periodo e verso l’inizio della seconda decade andrebbe poi valutato lo sviluppo di una sollecitazione subtropicale sull’area europea sud-occidentale, indotto da un parziale cedimento del campo barico a tutte le quote ad ovest delle Isole Azzorre: questa evoluzione esporrebbe così la nostra penisola a correnti nord-occidentali che entrerebbero sulle nostre regioni dopo aver acquistato una componente di moto anticiclonica: se questo scenario dovesse essere confermato, si rinnoverebbero le condizioni per avere correnti favoniche su parte del Nord Italia e quindi, ancora una volta, uno stato del tempo che si troverebbe agli antipodi rispetto a quelle condizioni atmosferiche che sono ora strettamente necessarie per tamponare il più possibile uno stato di siccità che, stante la situazione, è destinato purtroppo ad aggravarsi ulteriormente.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera