LE LINEE GUIDA DEL TEMPO DELLA SECONDA SETTIMANA DI OTTOBRE
LE LINEE GUIDA DEL TEMPO DELLA SECONDA SETTIMANA DI OTTOBRE
La circolazione che si può osservare nella cartina è quella che in linea di massima ci accompagnerà nella seconda settimana di ottobre.
Ci troviamo in media troposfera a circa 5500 metri di quota, cioè ad un’altezza alla quale possiamo osservare l'andamento delle correnti portanti del tempo sul comparto euro-atlantico.
Si notano, in particolare, tre diversi stati delle condizioni meteorologiche. Il primo farà capo al flusso atlantico che scorrerà oltre il 50° parallelo: si tratta di quella corrente zonale, prevista piuttosto tesa, in cui si formano di solito i sistemi nuvolosi che sono tipici della stagione autunnale e che si sviluppano in maniera più organizzata quando la corrente presenta ondulazioni che aumentano in ampiezza.
Il vero autunno mediterraneo è legato proprio all’abbassamento di latitudine di questo nastro irrequieto dell’atmosfera perché ad esso si lega la fabbrica delle perturbazioni che poi si muovono accompagnate da centri ciclonici ben strutturati a tutte le quote.
Il secondo stato del tempo farà invece capo all’Anticiclone delle Azzorre che, in posizione di sentinella ad ovest delle coste occidentali europee, permetterà la fuoriuscita parziale di aria umida e moderatamente instabile dalla banda periferica perturbata: questa massa d'aria, sfruttando una sorta di lacuna barica che sarà presente per tutto il periodo sul Mediterraneo, sarà pilotata soprattutto verso le nostre regioni centro-meridionali dove, almeno fino a giovedì, dominerà il terzo stato del tempo che abbiamo nominato e che oscillerà tra la variabilità e l’instabilità.
Per capire la differenza tra le due fasce che sono le potenziali portatrici di precipitazioni possiamo semplicemente dire che in quella perturbata l’atmosfera metterà a disposizione tutte le condizioni per favorire la formazione organizzata di nubi e precipitazioni; mentre in quella variabile-instabile è come se ci muovessimo all’interno di un formaggio tipo groviera, dove i “buchi” sono le aree in cui le condizioni favorevoli allo sviluppo di nubi e precipitazioni sono un po’ più accentuate perché il tessuto anticiclonico è qui molto indebolito. È quindi facile comprendere come, in questo caso, la fenomenologia non potrà che essere disorganizzata.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera