LA SACCATURA EVOLVERÀ IN GOCCIA FREDDA E LA PREVISIONE DELLA SUA EVOLUZIONE SI COMPLICA
LA SACCATURA EVOLVERÀ IN GOCCIA FREDDA E LA PREVISIONE DELLA SUA EVOLUZIONE SI COMPLICA
Grazie alla modellistica numerica stiamo seguendo la simulazione dell’evoluzione della saccatura atlantica che entro le prossime ventiquattro ore inizierà a esporre le nostre regioni settentrionali a un cambio di circolazione, con l’ingresso di aria più fresca a rotazione ciclonica che renderà la colonna atmosferica sempre più instabile e che entro martedì renderà altamente probabile la formazione di temporali anche di forte intensità soprattutto sul settore alpino, prealpino e le vicine aree di pianura (figura a sinistra).
La dinamica successiva, invece, tende a perdere rapidamente affidabilità per via della trasformazione a cui andrà incontro il cavo d’onda in ingresso sul Mediterraneo occidentale. Il centro di bassa pressione posizionato tra le Isole Britanniche e il Mare del Nord non avrà infatti la forza per spingere la saccatura verso levante, incalzato dall’Anticiclone delle Azzorre che chiuderà la sua alimentazione con il flusso perturbato atlantico. Ne conseguirà così l’isolamento di una circolazione chiusa di bassa pressione, attiva soprattutto in quota (goccia fredda) e ricolma di aria più fresca che inizialmente potrebbe collocarsi tra le Isole Baleari e la Sardegna.
Come si può notare osservando negli scenari di ensemble la previsione di questa dinamica (figura a destra), sussiste ancora un’incertezza non trascurabile sulla posizione che potrebbe assumere questa circolazione ciclonica secondaria tra mercoledì 25 e giovedì 26 maggio e, di conseguenza, aumenta il rischio di formulare previsioni fallaci se non prima aspettiamo che il sistema probabilistico abbia individuato in modo più attendibile la posizione del minimo per poi seguirne l’evoluzione futura.
Non stiamo infatti parlando di figure bariche che si sviluppano a scala sinottica e per le quali l’attendibilità diventa buona anche a 6-7 giorni, ma di centri depressionari di limitata estensione spaziale in cui spostamenti anche di 100-200 km fanno la differenza sullo stato del tempo atteso e, in particolare, su dove saranno più produttive le condizioni di instabilità atmosferica.
Al momento, solo su un aspetto possiamo essere abbastanza sicuri e cioè sul fatto che la formazione di una goccia fredda a ovest della nostra penisola rallenterà la sostituzione della massa d’aria sulle nostre regioni centro-meridionali fino a quando su queste aree la circolazione ciclonica lascerà agire un flusso meridionale (freccia rossa). Questa evoluzione dovrà quindi essere seguita passo dopo passo, proprio per l’incertezza che già a medio termine condiziona questo tipo di dinamiche.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera