DINAMICHE E PROCESSI FISICI DELLA NEVICATA AL NORD-OVEST DI MERCOLEDÌ 8 DICEMBRE
DINAMICHE E PROCESSI FISICI DELLA NEVICATA AL NORD-OVEST DI MERCOLEDÌ 8 DICEMBRE
Prima di entrare nel merito della previsione relativa all’ormai probabile nevicata che si verificherà mercoledì 8 dicembre sulle regioni di Nord-Ovest, desidero scrivere brevemente qualche appunto sulle dinamiche e sui processi fisici coinvolti nella situazione atmosferica che andrà delineandosi.
Iniziamo osservando la prima figura che illustra l’andamento del fascio delle previsioni di ensemble relativo alla temperatura a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri, sulla verticale di quattro città prese a campione: Torino, Milano, Alessandria e Bergamo.
Le trenta previsioni, quasi sovrapponibili durante i prossimi tre giorni, mostrano che la temperatura subirà un’apprezzabile diminuzione proprio a cavallo di mercoledì. Si nota infatti come in circa ventiquattro ore a questa quota isobarica si passerà da valori intorno a 0 °C a valori intorno a -5 °C. Una conclusione affrettata sul motivo di questo calo termico porterebbe a ritenere credibile una veloce irruzione di aria fredda, ma in realtà non è questa la spiegazione.
Quel sensibile calo della temperatura sarà una conseguenza della nevicata. Possiamo comprenderne il perché guardando la seconda figura che mostra i campi di vento e di umidità relativa previsti alle quote isobariche di 850 hPa e di 950 hPa (circa 500 metri) nel pomeriggio di martedì 7 dicembre.
In altre parole, guardiamo in particolare le condizioni igrometriche di una colonna atmosferica spessa all’incirca un chilometro che si trova poco sopra le aree pianeggianti del Nord Italia. Si nota come sulla verticale del settore centro-occidentale l’aria sia in gran parte molto secca, con percentuali di umidità relativa inferiori al 40% e localmente inferiori anche al 20% a seguito dell’afflusso delle correnti settentrionali che nelle prossime 48 ore interesseranno l’Italia. Dal momento che il peggioramento di mercoledì prenderà vigore partendo da queste condizioni ambientali, i primi fiocchi di neve cadranno all’interno di strati di aria secca e di conseguenza andranno incontro al processo di sublimazione: ciò significa che il cristallo passerà dallo stato solido a quello gassoso senza passare da quello liquido.
Sappiamo però che, affinché questo processo si possa attuare, c’è bisogno di calore che sarà fornito dall’aria, la quale a sua volta vedrà diminuire la propria temperatura ed aumentare il contenuto di vapore acqueo proprio durante il processo di sublimazione che porterà poi i fiocchi ad attraversare tutta la colonna, fino a raggiungere i bassi strati. La conservazione di queste condizioni ambientali sarà inoltre agevolata dalla quasi assenza di vento alle quote medio-basse. Ecco quindi il motivo di quel temporaneo ma efficace calo termico di cui abbiamo parlato prima.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera