GIOVEDÌ POSSIBILE EVOLUZIONE A CICLONE SIMIL-TROPICALE (TLC) DELLA DEPRESSIONE SULL'ESTREMO SUD ITALIA
GIOVEDÌ POSSIBILE EVOLUZIONE A CICLONE SIMIL-TROPICALE (TLC) DELLA DEPRESSIONE SULL'ESTREMO SUD ITALIA
Nelle ultime elaborazioni la modellistica numerica lascia intendere che tra le possibili evoluzioni a cui potrebbe andare incontro la circolazione ciclonica responsabile del maltempo all’estremo Sud negli ultimi giorni c’è anche quella che ipotizza la trasformazione del vortice in un ciclone dalle caratteristiche simil-tropicali, cioè in un TLC (Tropical Like Cyclone). Da una prima analisi sembra che il processo possa realizzarsi dalle prime ore di giovedì 28 ottobre (figura 1) quando in media troposfera, intorno ai 5700 metri di quota, l’attuale depressione potrebbe essere agganciata dalla circolazione periferica di una goccia fredda che, come abbiamo scritto nell’ultima analisi, dovrebbe posizionarsi grosso modo sulle Isole Baleari. Sul fianco sud-orientale dell’ormai longeva depressione presente nei dintorni del Canale di Sicilia questa dinamica potrebbe causare un’accelerazione del flusso che darebbe il “la” a un suo rinvigorimento mediante una produzione più organizzata di strutture temporalesche, incentivate a formarsi per effetto della divergenza in quota indotta dal flusso accelerato. I moti convettivi andrebbero così a svuotare la colonna atmosferica producendo un calo della pressione al suo interno che richiamerebbe aria calda e umida dalla periferia, permettendo così al processo di trasformazione di iniziare. La transizione a ciclone simil-tropicale potrebbe avvenire nel corso di giovedì, con la struttura che assumerebbe una forma concentrica nella disposizione delle isobare al suolo e delle isoipse in quota (figura 2, a sinistra).
Non solo, perché la caratteristica più importante di questo processo di trasformazione, nel caso dovesse avviarsi e completarsi, sarà la nascita di un “cuore caldo” all’interno della struttura vorticosa che testimonierà eventualmente come l’energia di sostentamento della struttura proverrà da quel momento solo dai flussi di calore sensibile e latente dell’aria calda e umida proveniente dalla superficie marina (figura 2, a destra): in altre parole, il ciclone verrebbe ora alimentato dalla massa d’aria calda a contatto con il mare e dalla massiccia liberazione di calore latente che si verifica durante il processo di condensazione che porta alla formazione delle strutture temporalesche.
Non è un caso, tra l’altro, che la possibile formazione del vortice simil tropicale possa avvenire proprio sullo specchio d’acqua in cui la sua temperatura e la sua anomalia termica registrano in questi giorni i valori più elevati, rispettivamente di 22-24 °C e di 1-2 °C (figura 3), cioè al largo del tratto di costa meridionale della Sicilia che si estende verso sud-est fino ad arrivare all’isola di Malta. Se venisse confermata questa evoluzione, si assisterebbe a una sensibile intensificazione dei venti a stretta curvatura ciclonica che potrebbero soffiare fino a raggiungere e superare anche i 100 chilometri orari di velocità (figura 4), oltre che a un nuova ripresa delle precipitazioni che ancora una volta potrebbero assumere carattere di nubifragio e tornare a interessare le aree già pesantemente colpite in questi ultimi giorni.
Concludo con alcune considerazioni che rivestono, mai come ora, molta importanza. L’analisi appena proposta riguarda la formazione di un fenomeno non così inusuale per il Mediterraneo meridionale perché è statisticamente provato che il numero di questi eventi oscilla di solito tra uno e due all’anno. Abbiamo però parlato di “possibilità di formazione di un TLC” perché l’incertezza che aleggia attorno a questo scenario non è ancora trascurabile e, in questi casi, la prognosi può essere sciolta solo a poche ore dall’evento o, addirittura, a evento formato. Affinché si possa infatti parlare di TLC, la struttura deve presentare un occhio ben distinto privo di nubi e la nuvolosità cumuliforme distribuirsi in modo simmetrico attorno all’occhio stesso senza presentare rotture, roteandogli attorno per almeno sei ore.
Ciò che emerge da una prima analisi dei calcoli da modello non esclude la formazione della struttura per gli aspetti dinamici e termodinamici che sono stati qui spiegati, ma sarà l’evoluzione reale a stabilire se effettivamente la transizione tropicale avverrà, sarà solo parziale o non avverrà affatto: non dimentichiamoci infatti che stiamo sempre parlando di una previsione e quindi di come un modello simula un’evoluzione che in questo caso diventa particolarmente difficile per la tipologia di fenomeno da prevedere. Indipendentemente da ciò, resta comunque la presenza di un vortice che potrebbe comunque essere sempre in grado di apportare ancora maltempo, sotto forma di venti forti e piogge ancora una volta a tratti molto intense. L’invito a non abbassare la guardia resta quindi più che valido.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera