Un AUTUNNO per il momento SOLO A META'
Un AUTUNNO per il momento SOLO A META'
È autunno dal punto di vista termico, ma non lo è dal punto di vista della dinamica atmosferica che in questo periodo dell’anno dovrebbe far prevalere il flusso perturbato da ovest, l’unico a portare sulla nostra penisola quelle precipitazioni che, legate al passaggio di una perturbazione atlantica, interessano un po’ tutte le nostre regioni.
Nello schema illustrato in figura sono rappresentate le evoluzioni dei peggioramenti più classici a cui è soggetto il bacino centrale del Mediterraneo quando una saccatura di origine atlantica interagisce con la cerchia alpina dando luogo alla formazione di una depressione sul Golfo Ligure, cioè di un minimo orografico sottovento alla catena montuosa. La climatologia ci dice che nel corso della sua evoluzione questa figura di bassa pressione può prendere diverse strade, come indicato dalle frecce.
Può spostarsi verso l’Adriatico settentrionale e da qui evolvere verso i Balcani oppure deviare la traiettoria verso sud-est per giungere sul Mare Ionio se, una volta giunta sull’Adriatico centrale, non si dovesse muovere verso levante. Può anche capitare che il minimo del Golfo Ligure evolva verso il Mar Tirreno per poi arrivare sempre sul Mare Ionio, oppure spostarsi sul Mare Adriatico centrale una volta arrivato all’altezza del Lazio.
È quindi importante sottolineare che l’evoluzione di una depressione che nasce sul Golfo di Genova espone comunque i tre versanti dell’Italia, cioè tirrenico-adriatico-ionico, a una circolazione che prima o poi è in grado di apportare precipitazioni. Se c’è quindi un disegno barico alla mesoscala che possiamo etichettare come “democratico” sotto l’aspetto pluviometrico è proprio questa depressione: un vero e proprio “gioiello” della dinamica atmosferica di casa nostra che merita il marchio “made in Italy”.
Se le saccature nord atlantiche non riescono però ad accarezzare le Alpi occidentali perché ostacolate da un campo anticiclonico che si posiziona sull’Europa occidentale, è facile comprendere come questo complesso meccanismo ciclogenetico venga a mancare e l’intera catena evolutiva della depressione si spezzi: saltano i primi anelli della catena e di conseguenza alcune aree non sono esposte alla circolazione umida della circolazione ciclonica.
In questi casi la saccatura entra più a est e il minimo si forma sul Mar Adriatico centrale per poi evolvere spesso verso il Mare Ionio, oppure talvolta nasce sul Mar Tirreno centro-meridionale per poi spostarsi ancora verso il Mare Ionio.
Le regioni del Nord Italia e in modo particolare il Nord-Ovest, nonché i settori tirrenici centro-settentrionali, vengono così saltati dal peggioramento e subiscono la componente secca della circolazione che apporta prevalenti condizioni di cielo sereno. Sarà proprio questo lo scenario che ci accompagnerà almeno nei prossimi 7-10 giorni: le previsioni di ensemble relative agli scenari di pioggia su Genova, città che battezza con il proprio nome la ciclogenesi madre dei peggioramenti del tempo di casa nostra, non lasciano spazio a dubbi sul periodo secco che probabilmente avremo su quelle regioni dove il flusso settentrionale porta cielo terso. Certo, è una situazione che fa bene all’umore, ma fa un po’ meno bene alla natura che in alcune regioni ha ancora sete. Qualche timido segnale lascia al momento aperta la possibilità che un cambiamento si possa avere nel corso della terza decade di ottobre, ma è ancora troppo prematuro parlarne. Fatto sta che l’unica perturbazione autunnale transitata al Nord-Ovest ha portato un’alluvione in Liguria. E poi nulla.Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera