La tendenza per la seconda decade di Settembre 2021
La tendenza per la seconda decade di Settembre 2021
Proviamo a dare un’occhiata a lungo termine per vedere se si intravede qualche timido segnale che indichi almeno un tentativo del flusso perturbato atlantico di raggiungere in qualche modo le nostre latitudini.
Passata la fase instabile che in questo fine settimana interesserà il nostro Centro-Sud, non si intravedono altri disturbi degni di nota almeno fino alla fine della prima decade di settembre perché anche la perturbazione atlantica prevista in arrivo sull’Europa occidentale intorno al 6-7 non riuscirà a fare passi in avanti, frenata dal campo anticiclonico che tornerà a rinforzarsi sull’Italia proprio in quei giorni.
Non ci resta allora che andare oltre questo orizzonte temporale per vedere eventualmente se la modellistica numerica è oggi in grado di tracciare almeno una prima bozza di un ipotetico segnale occidentale in arrivo, l’unico in grado di accompagnare il passaggio di un sistema perturbato capace di portare le tanto attese piogge. Secondo il sistema probabilistico del modello europeo ECMWF ci sarebbe questa possibilità all’inizio della seconda decade del mese: quel cavo d’onda presente sull’Europa sud-occidentale non è ancora la forma di un disegno sinottico su cui elaborare una previsione, ma solo un primo accenno di un possibile cambiamento da ovest su cui però non possiamo e non sappiamo dire nulla. Possiamo solo prendere atto che “qualcosa” c’è, senza sapere ancora di che cosa potrebbe trattarsi.
Sul definire questo “qualcosa”, infatti, è parecchio incerto anche il sistema probabilistico del modello americano GFS che illustra tutti gli scenari che concorrono a formare la previsione media, su cui c’è abbastanza convergenza tra i due modelli globali. Anche in questo caso possiamo solo prendere atto che alcuni tra i 31 scenari calcolati contemplano un disturbo sull’Europa sud-occidentale sempre per l’inizio della seconda decade di settembre. Dobbiamo quindi aspettare per avere ulteriori informazioni.
In questa fase previsionale arrivata a ben dieci giorni, cioè al limite a cui possiamo spingerci per dire qualcosa di ragionevolmente valido che sia supportato da un approccio scientifico alla previsione del tempo, il modello si comporta infatti come un bambino che prende in mano per la prima volta i pennarelli e inizia tracciare delle linee colorate su un foglio bianco.
Come il bambino ha bisogno di tempo per imparare a impugnare per bene i pennarelli e a delineare i contorni dei soggetti che vuole rappresentare, così il modello ha bisogno di tempo per inquadrare meglio lo scenario e definire i contorni delle figure bariche – come saccature e promontori – su cui poi è possibile elaborare la previsione in base alla posizione assunta dalle figure stesse.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera