IL SEGNALE ATLANTICO RITORNERÀ NEL FINE SETTIMANA CON IL PASSAGGIO DI UNA PERTURBAZIONE FORSE INTENSA
IL SEGNALE ATLANTICO RITORNERÀ NEL FINE SETTIMANA CON IL PASSAGGIO DI UNA PERTURBAZIONE FORSE INTENSA
Sciogliamo oggi la prognosi sulle condizioni meteorologiche previste entro la fine della prima decade di questo mese appena iniziato. Dopo la fase più stabile e insolitamente mite che interesserà nei prossimi giorni soprattutto le nostre regioni centro-meridionali, le correnti perturbate atlantiche entreranno nuovamente sul Mediterraneo occidentale spingendo a levante rispetto all’Italia la campana anticiclonica di matrice nord-africana. Rispetto alle dinamiche perturbate avute fino a pochi giorni fa, questa volta l’ingresso di un nuovo sistema nuvoloso sarà accompagnato da una profonda saccatura ben sviluppata in senso meridiano che, andando a collocare il proprio centro motore depressionario sulle Isole Britanniche, tra sabato 6 e domenica 7 febbraio affonderà con l’asse sull’entroterra sahariano (figura 1).
Il disegno sinottico che molto probabilmente andrà costruendosi nel corso del fine settimana sarà uno di quelli particolarmente favorevole alla genesi di marcato maltempo, ma dalle caratteristiche più autunnali che invernali. Come si può osservare in figura, che illustra la disposizione delle figure bariche sulla superficie isobarica di 500 hPa (circa 5500 metri in atmosfera standard), sotto lo stimolo di aria più fredda di origine atlantica in ingresso da nord-ovest sul Marocco saranno richiamate verso l’Italia intense correnti meridionali che, percorrendo il ramo ascendente della saccatura, si arricchiranno di “vorticità ciclonica” e di conseguenza creeranno le condizioni per incentivare la formazione di nuvolosità e di precipitazioni anche organizzate.
Di tutt’altro tenore, invece, sarà lo stato del tempo atteso sulla penisola scandinava e sulla vicina Russia, dove l’azione di una depressione artica farà qui affluire aria molto gelida che porterà condizioni invernali anche di tipo estremo.
Guardando la seconda figura, possiamo ora dettagliare meglio questa situazione integrando la descrizione appena presentata con la configurazione barica attesa al suolo e con il quadro termico previsto sulla superficie isobarica di 850 hPa (circa 1500 metri in atmosfera standard). In particolare, è bene evidente il segnale perturbato che dal settore atlantico di nord-ovest si porterà verso il Mediterraneo centrale dove, proprio tra sabato e domenica, diventeranno particolarmente accesi i contrasti termici tra l’aria più fredda di matrice polare marittima e quella particolarmente mite di matrice subtropicale continentale che la figura di bassa pressione tra Francia e Germania farà convergere verso il suo centro: dal momento che l’isoterma di +15 °C prevista per esempio sul Tirreno Centrale nella notte tra sabato e domenica sarà molto vicina all’isoterma di 0 °C in fase di ingresso sul Golfo del Leone, ecco un altro fattore a supporto della probabile fase perturbata che ci aspetta nel corso del fine settimana e che potrebbe così dare origine a fenomeni anche intensi che andranno ovviamente confermati e localizzati nei prossimi aggiornamenti.
Al di sopra della linea nera tratteggiata, avrà invece campo libero l’aria artico continentale con isoterme a 850 hPa che localmente si porteranno fin sotto i -25 °C e che sarà destinata a uscire parzialmente dal continente per muoversi con moto retrogrado (cioè da est verso ovest) verso l’Oceano Atlantico, interessando soprattutto le Isole Britanniche. Sul Mediterraneo, invece, sarà l’ingresso di aria polare marittima parzialmente mitigata a causare, con il passaggio della perturbazione, un calo delle temperature che sarà anche sensibile in quelle regioni che proprio nei prossimi giorni subiranno l’afflusso di aria molto mite nord africana. Il ridimensionamento termico che ci interesserà tra domenica 7 e lunedì 8 porterà così le temperature verso valori più vicini alle medie climatologiche, in contesto che però dovrebbe continuare a rimanere non freddo stante l’afflusso fino alle nostre latitudini delle correnti atlantiche: queste condizioni potrebbero continuare almeno fino ai primi giorni della seconda decade di febbraio.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera