PRIMA INDAGINE SU UNA POSSIBILE IRRUZIONE DI ARIA FREDDA ALLE BASSE LATITUDINI EUROPEE INTORNO AL 25 DICEMBRE
PRIMA INDAGINE SU UNA POSSIBILE IRRUZIONE DI ARIA FREDDA ALLE BASSE LATITUDINI EUROPEE INTORNO AL 25 DICEMBRE
Come è noto, affinché sul Mediterraneo arrivi aria fredda di tipo artico o polare è necessario che il flusso zonale che caratterizza solitamente la dinamica atmosferica delle nostre latitudini rallenti e inizi a ondulare, proprio come fa una corda che è fissata a una estremità e dall’altra viene sollecitata a muoversi da un impulso.
Quando questa situazione si materializza, la configurazione sinottica che di solito ne deriva è formata da un’espansione meridiana dell’Anticiclone delle Azzorre che, puntando l’asse verso il Nord Atlantico, permette la discesa di correnti fredde lungo il proprio fianco orientale.
Alla cresta dell’ondulazione segue poi il cavo, cioè una saccatura che va a ospitare una figura di bassa pressione in movimento verso le basse latitudini. La coppia cresta-cavo individua così una dinamica atmosferica opposta che è definita di “tipo meridiano” perché nella cresta c’è aria calda che sale e nel cavo c’è aria fredda che scende.
In una linea di tendenza a lungo termine, quindi, il primo segnale da cogliere per ipotizzare una possibile irruzione di aria fredda verso le basse latitudini è vedere se, ricorrendo alla tecnica probabilistica di ensemble, emergono segnali in tal senso. In altre parole, bisogna vedere se per esempio la previsione media che viene elaborata tenendo conto di tutte le previsioni calcolate dal modello porta con sé il segnale dell’ondulazione e quindi dell’alternanza cresta-cavo: se questo segnale si apprezza, vuol dire che la maggior parte degli scenari calcolati descrive questa ondulazione nelle forme certamente diverse ma comunque presenti in un certo qual modo.
Passando ora dalla teoria alla pratica, analizziamo la previsione media di ensemble elaborata per i giorni intorno al 25 dicembre dal modello del centro europeo ECMWF: si tratta della previsione media del campo di altezza di geopotenziale a 500 hPa che viene calcolata tenendo conto di 50 previsioni valide per la stessa scadenza temporale e che sono evolute da altrettanti stati iniziali opportunamente costruiti tenendo conto dello stato atmosferico di oggi, martedì 15 dicembre. Per facilitare la lettura dell’immagine sono state evidenziate con le linee nere tratteggiate quattro isoipse che fanno riferimento alla quota di 5280, 5400, 5520 e 5640 metri.
Come si può notare, tutte e quattro le linee trasportano un primo timido segnale che fa proprio riferimento a un cenno di ondulazione, con una cresta in espansione meridiana in Oceano Atlantico e un cavo in espansione meridiana sul continente europeo. Deduciamo allora che molte delle 50 previsioni con cui è stata costruita proprio questa previsione media trasportano il segnale cresta-cavo ma, al momento, non si può ancora dettagliare nulla sulla configurazione barica che potrebbe mostrare meglio questo segnale.
Sebbene infatti la forma dell’ondulazione inizi a essere presente, l’incertezza su un ipotetico quadro sinottico derivante da questo segnale è ancora molto elevata e di conseguenza non è possibile definire né la configurazione che potrebbe venirsi a creare, né tantomeno parlare già di ipotetiche traiettorie di flussi freddi provenienti dalle alte latitudini specificando addirittura le aree che ne verrebbero interessate. La previsione andrà invece costruita di volta in volta, passo dopo passo: il prossimo, per esempio, sarà quello di verificare se e come si rinforzerà questo segnale nei prossimi aggiornamenti. In caso di conferma dovremmo vedere dalla previsione media la forma di un’ondulazione più sviluppata lungo i meridiani, accompagnata da un’incertezza che inizia a diminuire. Ci ritorneremo tra 2-3 giorni.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera