L’AUTUNNO CI PROVA
L’AUTUNNO CI PROVA
Nell’ultima analisi relativa all’evoluzione meteorologica prevista a cavallo tra la seconda e la terza decade di settembre avevamo ipotizzato che, in seguito alla fase generalmente stabile e caratterizzata da caldo anomalo che ci ha interessato in questi giorni, un cambiamento del tempo si sarebbe potuto fare strada grazie a una blanda circolazione ciclonica presente a ovest del nostro continente.
I dubbi sull’eventuale interessamento di alcune delle nostre regioni erano dovuti all’incertezza su quanto sarebbe stato ampio il raggio d’azione della figura depressionaria e quindi su quanto sarebbe stata supportata la spinta del nastro trasportatore di aria umida in risalita lungo il bordo orientale del vortice stesso, presente soprattutto alle quote superiori. Dopo aver dato alla modellistica numerica il tempo necessario per ricalcolare questa evoluzione, rendendola ancor più verosimile, possiamo oggi sciogliere la prognosi e ritenere ormai probabile che, tra domenica 20 e lunedì 21 settembre, quella circolazione secondaria possa influenzare il tempo in particolare delle nostre regioni centro-settentrionali.
Guardando nella figura allegata la situazione prevista in area mediterranea si nota infatti come il centro di “bassa” (sottointeso “di altezza di geopotenziale a 500 hPa”) andrà ad agire come un perno sulla Francia, pilotando da questa posizione verso il Centro-Nord un flusso sud-occidentale che contribuirà a far divenire instabile la colonna atmosferica proprio sulla verticale del Centro-Nord. Per la tempistica e la localizzazione dei fenomeni, che saranno a prevalente carattere di rovescio o temporale, seguiranno ulteriori aggiornamenti. Non si tratterà però ancora di un cambiamento del tempo dalle caratteristiche autunnali, ma questo primo cedimento delle altezze di geopotenziale sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo potrebbe fare da esca e attirare un peggioramento più organizzato che potrebbe farsi strada proprio nei giorni a cavallo dell’equinozio d’autunno.
Lo schema sinottico su cui stanno lavorando i modelli, qui evidenziato solo per avere un’idea dell’innesco dello scenario che potrebbe realizzarsi, mostrerebbe l’azione di una saccatura artica alimentata da aria decisamente fredda in probabile espansione verso il settore centro-occidentale europeo. Una dinamica simile permetterebbe all’atmosfera di attivare quel meccanismo di scambio meridiano dei flussi – aria fredda che scende e aria calda che sale – dal quale si originano di solito fasi di maltempo anche piuttosto organizzate.
Non possiamo però, al momento, dare un’informazione più dettagliata sull’evoluzione appena descritta perché, sebbene i modelli siano in generale concordi nella formazione di questa saccatura, sussistono incertezze ancora non trascurabili sulla sua forma e sulla sua spinta verso sud. L’unico punto (quasi) fermo è che, di solito, l’inquadramento di uno scenario che contempla la formazione di un’ampia ondulazione della corrente portante d’alta quota (corrente a getto) ad una distanza temporale di 6-7 giorni è abbastanza affidabile nelle linee generali. Avremo quindi sicuramente modo di seguire questa evoluzione nei prossimi giorni: nel frattempo, focalizziamo l’attenzione sui primi passi di questo cammino che potrebbe poi portarci a veder transitare la prima perturbazione autunnale.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera