CONSIDERAZIONI SULL’ONDATA DI CALDO IN ARRIVO LA PROSSIMA SETTIMANA
CONSIDERAZIONI SULL’ONDATA DI CALDO IN ARRIVO LA PROSSIMA SETTIMANA
Nell’ultimo articolo abbiamo accennato al cambio di circolazione che avremo nel corso della prossima settimana, quando un’avvezione di spessore sul Mediterraneo porterà la colonna atmosferica sovrastante il nostro bacino a gonfiarsi come un pallone per l’arrivo, a tutte le quote, di aria calda di matrice nord africana. Ci attende quindi un periodo caratterizzato da temperature in aumento che sfoceranno in quel tipo di caldo – da quantificare nei prossimi aggiornamenti – a cui questa estate non ci aveva ancora abituato grazie a quella dinamicità che spesso ha alternato periodi più freschi e instabili ad altri più stabili e piacevolmente caldi per la spinta da ovest dell’Anticiclone delle Azzorre. Sia chiaro: non si tratterà di una situazione meteorologica da etichettare come “anomala” a prescindere se, nel cuore della stagione estiva, l’anticiclone nord africano fa una visita alle nostre regioni. D’altro canto, se l’ultima decade di luglio e la prima di agosto abbracciano le tre settimane dell’anno che sono statisticamente le più calde, allora vuol dire che anche la climatologia ci viene in aiuto per capire che è normale avere nel periodo del “solleone” una calura più intensa rispetto al resto dell’estate. La prossima settimana vivremo la prima ondata di calore di questa stagione, mentre per esempio appena tre anni fa stava per iniziare, proprio verso la fine di luglio, la quinta ondata di caldo che ci avrebbe fatto compagnia fino a tutta la prima decade di agosto.
È tutta qui la differenza tra il considerare un’ondata di caldo "anomala" e un’ondata di caldo che può rientrare tra gli scenari possibili di un’estate che si appresta a vivere il proprio momento di gloria. La differenza sta nella frequenza con cui si ripetono questi eventi perché è proprio nel termine “frequenza” che è spiegato il significato del cambiamento climatico alle nostre latitudini. Non è un’ondata di caldo il problema perché, trovandosi l’Italia a latitudini prossime al continente africano, ci sta che tra luglio e agosto il soffio dell’anticiclone sahariano possa giungere su di noi per spingere il termometro anche oltre i 35 °C per qualche giorno. Il problema è quando le ondate di caldo diventano persistenti e frequenti, cioè quando fanno parte di una configurazione sinottica che non è più passeggera come dovrebbe ma acquista caratteristiche di stabilità e porta così le stagioni a guadagnare posti in classifica nella top ten delle più calde di sempre, cioè da quando si registrano i dati: per esempio, dopo l’estate più calda vissuta nel 2003, la seconda, la terza, la quarta e la quinta più calde sono cadute tutte nell’ultimo decennio, rispettivamente nel 2017, nel 2012, nel 2015 e nel 2018 proprio per la persistenza di una configurazione sinottica che ha sospinto a più riprese aria calda dall’entroterra nord africano verso la nostra penisola. Verrebbe quindi da dire che quest’anno siamo stati fortunati. Senza drammi e senza lasciarsi influenzare dalle grida di “al lupo, al lupo”, cerchiamo di considerare questa prima ondata di calore come la massima espressione di una stagione che si avvia al suo culmine, proprio come ci indica la climatologia, prima di iniziare la propria discesa. Nel prossimo aggiornamento vedremo di descrivere l’inizio di questa nuova fase estiva.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera