22 GENNAIO: IL SEGNALE DI CAMBIAMENTO PERSISTE, CON QUALCHE NOVITA'
22 GENNAIO: IL SEGNALE DI CAMBIAMENTO PERSISTE, CON QUALCHE NOVITA'
Ben ritrovati a tutti. Tre giorni fa (12 gennaio) avevamo ipotizzato un cambiamento dello stato del tempo con l’avvio della terza decade perché la modellistica numerica – e in particolare i calcoli provenienti dal sistema di ensemble del Centro Europeo ECMWF – lasciavano intendere la formazione di un’ondulazione del flusso atlantico sotto l’azione di due marchingegni barici facenti capo all’Anticiclone delle Azzorre (A) e a una depressione artica posizionata sul nord della penisola scandinava (B): sebbene il segnale ondulatorio fosse ancora molto confuso per via dell’elevata incertezza che lo contraddistingueva, avevamo di fronte uno schema dell’evoluzione del tempo sull’area euro-atlantica che comunque contemplava una predisposizione delle correnti a divenire meridiane e ne lasciava traccia proprio nella previsione media che abbiamo analizzato (figura 1, in alto).
Oggi, 15 gennaio, dopo sei aggiornamenti condotti con il ricalcolo dello stato futuro partendo da nuove condizioni iniziali, mantenendo sempre fissa la distanza temporale della previsione al 22 gennaio ci troviamo a commentare ancora una situazione molto simile a quella di tre giorni fa (figura 1, a destra). Lo schema sinottico è infatti ancora composto da un segnale ondulato plasmato sempre dalla circolazione anticiclonica delle Azzorre e da quella depressionaria artica sul nord della penisola scandinava, ma a questi due protagonisti dello stato del tempo se ne aggiunge un altro che nella previsione del 12 gennaio non era ancora ben definito e che quindi abbiamo lasciato in sospeso: si può infatti osservare come il Mediterraneo occidentale, proprio all’inizio della terza decade, sarà probabilmente sede di una circolazione ciclonica con perno tra la Spagna meridionale e il Marocco. Rispetto a tre giorni fa, questo segnale ora è più evidente e quindi costituisce un dettaglio di cui bisognerà tenere conto per delineare i risvolti del tempo su questo settore.
E per quanto riguarda l’arrivo di aria più fredda, che cosa possiamo dire? Nell’ultima analisi abbiamo affermato che l’ondulazione del flusso che emergeva come segnale dominante dalla previsione media di ensemble stava a significare che un numero non trascurabile di scenari deterministici, tra tutti i 50 calcolati, dovevano sposare questa ipotesi, di cui abbiamo dato prova mostrando per esempio solo una di quelle previsioni. Quel particolare del segnale in realtà non è scomparso, ma con i nuovi ricalcoli è stato anticipato di circa due giorni (figura 2). Per una linea di tendenza che avevamo fissato a dieci giorni scoprire oggi che il segnale “freddo” viene anticipato di 48 ore rispetto alla vecchia tabella di marcia rientra tra i tipi di incertezze che possono accompagnare proprio una linea di tendenza a così lunga scadenza. Non dobbiamo infatti pensare solo alle imprecisioni spaziali che può commettere la modellistica nel collocare e definire le figure bariche, ma anche alle imprecisioni temporali nel delineare l’evoluzione, per la quale possono verificarsi anticipi o ritardi rispetto a tabelle di marcia calcolate in precedenza. Possiamo quindi oggi mettere in conto una diminuzione della temperatura attesa a cavallo tra la seconda e la terza decade per l’arrivo di aria più fredda, soprattutto sulle regioni settentrionali che risulteranno più esposte all’irruzione: la fase normalmente invernale sarà molto probabilmente preceduta dal passaggio di una perturbazione che avrà il grande merito di pulire un po’ l’aria “sporca” accumulatasi in questi giorni in Pianura Padana. Per ulteriori dettagli, questa volta inerenti al tempo che ci aspetta in Italia, aspettiamo ancora qualche aggiornamento.
CONCLUSIONI– Tenendo conto dei margini di incertezza spazio-temporali per una linea di tendenza a dieci giorni, dobbiamo rimarcare che il sistema probabilistico di ensemble è stato in grado di delineare per sommi capi la posizione dell’Anticiclone delle Azzorre, il centro depressionario sul nord della penisola scandinava, l’ondulazione del flusso e un’irruzione fredda (comunque di modesta entità).
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano