LINEA DI TENDENZA PER NATALE: SPIEGAZIONE DELLE INCERTEZZE ANCORA PRESENTI NELLA PREVISIONE
LINEA DI TENDENZA PER NATALE: SPIEGAZIONE DELLE INCERTEZZE ANCORA PRESENTI NELLA PREVISIONE
Mancano ormai pochi giorni al Natale e in molti, giustamente, si domandano che tempo ci aspetta. Dal momento che la distanza temporale della previsione è scesa oggi al di sotto di una settimana e che solitamente a questa distanza è possibile abbastanza spesso tracciare una linea di tendenza affidabile, cerchiamo di dare qualche indicazione in merito. Ovviamente non elaboreremo una previsione dettagliata perché la buona predicibilità previsionale riguarda ad oggi la configurazione barica a scala sinottica e non di certo le condizioni atmosferiche locali, cioè il tempo che avremo per esempio nella nostra città per il quale sarà invece necessario ancora qualche giorno prima di sciogliere la prognosi.
Per estrapolare allora il segnale dominante che caratterizzerà probabilmente la dinamica atmosferica per quel giorno, ci viene in aiuto come sempre la tecnica probabilistica di ensemble perché, nell’elaborazione simultanea delle diverse previsioni valide proprio per la giornata di Natale, ad oggi associa allo scenario medio derivante da tutte le previsioni una discreta probabilità che il disegno barico possa essere caratterizzato da un promontorio, forse mobile, di matrice nord-africana.
Questa cresta dell’ondulazione, non particolarmente pronunciata in senso meridiano, dovrebbe interessare la nostra penisola con il proprio settore discendente e quindi esporre la nostra penisola a un flusso in quota proveniente mediamente dai quadranti nord-occidentali che separerebbe, secondo un’ipotetica diagonale tracciata da sudovest a nordest, una massa d’aria particolarmente mite da una più fredda.
Le lievi incertezze della configurazione non riguardano la forma del promontorio, ma piccoli spostamenti verso sud-ovest o verso nord-est di questo ramo discendente: nel primo caso vuol dire che l’aria fredda si troverebbe più vicina all’Italia, nel secondo caso invece significa che il promontorio avrebbe maggiore slancio verso le nostre regioni e quindi il respiro mite si sentirebbe maggiormente.
A queste conclusioni possiamo giungere osservando anche gli scenari di ensemble calcolati sempre per il 25 dicembre, riguardanti la temperatura sulla superficie isobarica di 850 hPa che si trova a circa 1500 metri di quota. Facendo per esempio riferimento all’Italia centrale, è bene evidente come la dispersione ancora non trascurabile dei singoli scenari (ricordiamoci che ogni linea colorata è una previsione) ci mostra proprio l’incertezza che è ancora presente sul campo termico, cioè su quanto l’Italia potrebbe trovarsi o più vicina alla massa d’aria mite o più vicina alla massa d’aria fredda: ci sono circa 10 °C di differenza tra lo scenario più caldo e quello più freddo.
Come potrebbe, allora, ripercuotersi sullo stato del tempo questa situazione? In generale, una direzione di moto delle correnti in quota dal quadranti nord-occidentali è sinonimo di variabilità, ma il grado di variabilità dipende dalla natura della massa d’aria da cui saremo interessati. Aria calda in quota comporta maggiore stabilità, mentre aria fredda comporta maggiore instabilità.
Dal momento che l’incertezza previsionale è ad oggi legata proprio all’influenza più o meno decisa delle due masse d’aria in questione, ecco perché non è possibile andare oltre una previsione che al momento delinei, per Natale, uno stato complessivo dell’atmosfera generalmente variabile e caratterizzato da un campo termico ancora da definire con maggiore precisione. Sicuramente ci ritorneremo.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano