PRIMO FREDDO INVERNALE A INIZIO DICEMBRE? NIENTE CONCLUSIONI AFFRETTATE. ECCO PERCHÉ
PRIMO FREDDO INVERNALE A INIZIO DICEMBRE? NIENTE CONCLUSIONI AFFRETTATE. ECCO PERCHÉ
Da qualche giorno i principali modelli numerici hanno iniziato a inquadrare, per inizio dicembre, una fase fredda dalle caratteristiche invernali. Alcuni aggiornamenti, infatti, hanno saltuariamente proposto per l’avvio dell’inverno meteorologico l’arrivo sul Mediterraneo di correnti settentrionali in grado di determinare un calo generalizzato delle temperature.
Trattandosi di scenari che si proiettano a ben 8-9 giorni di distanza, è lecito chiedersi qual è al momento il grado di affidabilità di tale previsione dal momento che la natura complessa e caotica dell’atmosfera costituisce un vero e proprio limite per le linee di tendenza che si spingono oltre una settimana come ci insegna il meteorologo e matematico Edward Norton Lorenz, il padre della “Teoria del Caos”.
Possiamo rispondere a questa domanda osservando, in figura, la previsione media calcolata tenendo conto di tutte le previsioni emesse nell’ultimo aggiornamento odierno dal sistema probabilistico del modello americano GFS (06 UTC del 24 novembre) e valide proprio per l’inizio del prossimo mese: come si può notare il segnale dominante emergente, qui evidenziato per semplicità dalla linea nera tratteggiata, indica che sarebbe possibile l’ingresso di una saccatura sul Mediterraneo centro-occidentale, alimentata da aria fredda.
L’esistenza di questo segnale, tuttavia, non è ancora sufficiente per definire il quadro previsionale e nemmeno per sciogliere la prognosi perché ben più importante di questo segnale è l’imprecisione che lo accompagna. In figura viene infatti indicata anche l’elevata incertezza che caratterizza la previsione media tramite le gradazioni di colori caldi che dal giallo virano velocemente al rosso e che, limitando l’attenzione solamente all’Europa, caratterizzano lo sfondo di tutto il settore centro-occidentale del nostro continente. Ecco, quell’omino appoggiato al punto di domanda è proprio Lorenz che ci informa che su vasta scala europea la previsione relativa a quel cavo d’onda emergente dal segnale dominante è ancora del tutto inaffidabile per definire i dettagli della previsione. Avere un segnale dominante che indica il possibile ingresso di un cavo d’onda sul bacino del Mediterraneo è solo il primo anello di una lunga catena che finirà con la previsione del tempo valida sulla nostra regione.
Ma prima di arrivare all’ultimo anello, dobbiamo aspettare ancora diversi giorni perché è necessario prima che, nei futuri aggiornamenti e nei continui ricalcoli del futuro stato del tempo da parte dei modelli, non solo quel cavo d’onda venga confermato ma anche che quei colori così rossi sbiadiscano in modo che Lorenz possa dirci che l’incertezza, da alta, è diventata media e poi magari scarsa. Solo allora potremmo eventualmente valutare l’entità del calo delle temperature e le condizioni meteorologiche attese sull’Italia, comprese di quota neve nel caso l’irruzione si dovesse accompagnare ad una ciclogenesi mediterranea. Fintanto non saranno compiuti questi passi, non si potrà definire nulla. Sicuramente ci ritorneremo.
N.B. – L’articolo è riciclabile perché l’approccio alle previsioni a lungo termine, specie quando si parla di irruzioni di aria fredda a 7-10 giorni, è sempre lo stesso.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano