La previsione della colata di aria Artica fino a Sabato, prima di entrare nel Mediterraneo
La previsione della colata di aria Artica fino a Sabato, prima di entrare nel Mediterraneo
Siamo nella notte tra sabato 4 e domenica 5 maggio, cioè nel momento in cui molto probabilmente l’aria fredda di origine artica avrà raggiunto con la sua parte più avanzata l’arco alpino.
Questa mappa, che mostra il campo della pressione al suolo e della temperatura sulla quota isobarica di 850 hPa (circa 1500) è significativa per due motivi.
Il primo per mostrare quanto è vasta l’irruzione che arriverà direttamente dalle regioni polari grazie a un complesso marchingegno barico ben strutturato lungo i meridiani e il secondo per mostrare le difficoltà che ha un modello fisico-matematico nel simulare una previsione del genere, specie laddove le correnti interagiscono con orografia complessa come quella che caratterizza il Mediterraneo.
Perché se è vero che l’aria artica in arrivo si comporterà come un autentico fiume in piena che straripa tranquillamente sul settore centro-settentrionale dell’Europa senza incontrare ostacoli degni di nota, è anche vero che una volta giunto in prossimità delle Alpi dovrà trovare un varco per superare questa barriera montuosa che in parte cercherà di contenere il travaso.
Sappiamo che le vie di fuga saranno due: la Valle del Rodano che porterebbe l’aria fredda a entrare alle nostre latitudini passando dal Golfo del Leone e la porta della bora che farebbe entrare l’irruzione dall’Adriatico settentrionale. Sappiamo anche, però, che una modesta modifica della traiettoria del flusso principale rispetto a quella calcolata oggi dalla modellistica stessa può veicolare diversamente l’ingresso del flusso.
E allora, come in un processo a cascata, a seconda di quale sia la strada principale percorsa cambia la localizzazione sul Nord Italia del minimo che si forma sottovento alle Alpi e di conseguenza cambia non solo la distribuzione delle precipitazioni associate, ma anche la tempistica dell’evoluzione.
Questa mappa, quindi, non serve solo per avere un’idea dell’imponente irruzione in arrivo, ma anche per capire perché, sul Mediterraneo, la previsione meteorologica si complica non poco quando si vuole entrare nei dettagli. Quando più volte scriviamo che è presto per sciogliere la prognosi è perché sono queste differenze minime a condizionare per esempio la distribuzione, l’intensità e la persistenza delle precipitazioni, quota neve compresa.