Aprile 2019: continuerà il dinamismo primaverile
Aprile 2019: continuerà il dinamismo primaverile
Siamo finalmente entrati in una fase primaverile particolarmente dinamica che per il momento è caratterizzata dal passaggio in successione sul Mediterraneo di perturbazioni non più ostacolate, nel loro classico movimento zonale (cioè da ovest verso est), dalla fascia anticiclonica subtropicale.
L’alta pressione che ora ha in mano il controllo della situazione meteorologica a scala europea si trova sul Nord Atlantico e colloca i suoi massimi di 1035 hPa nei pressi dell’Islanda: se fino a questo momento la sua posizione così settentrionale la permesso che le nostre latitudini venissero attraversate dal flusso perturbato atlantico, nei prossimi giorni un suo spostamento verso levante farà entrare sul palcoscenico europeo anche un altro attore. E si sa che quando gli attori in una scena sono più di uno, lo spettacolo diventa ancor più interessante da seguire.
Che cosa succederà? Lo spostamento dei massimi di pressione verso la penisola scandinava agevolerà, a partire da dopodomani (giovedì 11), la discesa di un nucleo di aria molto fredda, di origine artico-continentale, che raggiungerà i settori centrali europei dove apporterà un serio colpo di coda invernale, caratterizzato da temperature a 850 hPa oscillanti tra -5 e -8 °C.
Nel frattempo, le latitudini mediterranee saranno raggiunte da una nuova perturbazione atlantica che tra domani (mercoledì 10) e dopodomani (giovedì 11) porterà nuove precipitazioni sulla maggior parte delle nostre regioni.Dai calcoli della modellistica numerica appare alquanto probabile che questi due sistemi, cioè quello atlantico e quello artico, possano interagire tra di loro a partire da venerdì 12 e determinare così la formazione di una vasta goccia fredda alle quote superiori in cui andrebbero a confluire due tipi di masse d’aria: quella artica che continuerà il suo movimento verso la Francia e quella più temperata sull’Italia, con le regioni settentrionali al confine tra i due tipi di circolazione.
La dinamica appena descritta, però, non è esente da incertezza previsionale. Anzi! Ci troviamo di fronte a una delle situazioni evolutive più complesse da simulare tant’è che alcuni scenari proporrebbero, per il fine settimana, la formazione di un minimo orografico sul Golfo Ligure: si tratta di un’ipotesi certamente plausibile, vincolata all’interazione che potrebbe avere con il baluardo alpino il nucleo artico in movimento verso la Francia, ma che al momento non può essere ancora considerata una previsione a tutti gli effetti perché stiamo parlando dell’evoluzione di un sistema che si sviluppa su scale spaziali limitate ed è quindi soggetto a un grado di incertezza maggiore rispetto all’inquadramento sinottico di altre figure che si sviluppano su scale spaziali più ampie.
Basta infatti una minima deviazione della traiettoria del nucleo artico, da tenere certamente ancora in considerazione dato che stiamo parlando di una previsione che oggi arriva a 5 giorni, per non avere più la formazione del minimo orografico o avere un’accentuazione del processo ciclogenetico. È proprio per questo motivo che sul tempo del prossimo fine settimana aleggia ancora un grado di incertezza che non ci permette ancora di sciogliere la prognosi.