Uragani: cosa sta succedendo ai Cicloni Tropicali Atlantici. Stanno davvero aumentando?
Uragani: cosa sta succedendo ai Cicloni Tropicali Atlantici. Stanno davvero aumentando?
Un atteggiamento che vuole essere scientifico non può essere di parte. La scienza non è democratica e quindi non è affatto detto che l'opinione corretta sia quella della "maggioranza". Ammesso che siano poi tutti in buona fede... E siamo sempre molto diffidenti nei confronti della spesso-pseudo-informazione mainstream... Questo vale anche per il clima, dove uno dei "mantra" dei sostenitori (ideologici) dei cambiamenti climatici (a proposito: su questo tema abbiamo proposto anche alcune provocazioni...) è relativo all'aumento del numero e/o dell'intensità di certi fenomeni atmosferici, in particolare dei Cicloni Tropicali. In questo lavoro proprio questi vogliamo approfondire, con riferimento agli Uragani, come si chiamano i Cicloni Tropicali dell'Oceano Atlantico. Uragani che potete monitorare anche qui (insieme agli altri).
Con riferimento al documento ufficiale del NOAA (dove trovate tutti i dati e i riferimenti) chiariamo in premessa quanto segue:
- le osservazioni contenute nel database degli Uragani Atlantici (o HURDAT) partono dal 1851. Tuttavia, poiché le tempeste tropicali e gli uragani trascorrono gran parte della loro vita in pieno oceano e alcuni di questi non hanno raggiunto la terraferma, molti non sono mai stati registrati e catalogati durante la fine del XIX e all'inizio del XX secolo.
- dal 1944 è potuta iniziare la ricognizione aeronautica e questo ha fornito un monitoraggio molto migliorato, ma ancora circa metà del bacino atlantico non era coperto.
- solo dal 1966 le immagini satellitari giornaliere sono diventate disponibili presso il National Hurricane Center e quindi le statistiche sono diventate più complete.
- limitatamente agli uragani che hanno colpito le coste dell'Atlantico e del Golfo degli Stati Uniti, si può tornare indietro nel tempo con conteggi relativamente affidabili, perché abbastanza persone hanno vissuto lungo le coste fin dal 1900.
Per tali motivi si ritiene concentrarsi esclusivamente sul periodo che inizia dal 1966 riguardo l'intero bacino atlantico e solo per la costa americana dal 1900 ad oggi. Quindi occhio a chi sorvola su questo aspetto fondamentale, perché è chiaro che prima del 1966 gli uragani erano di più (ma non si sa di quanto) di ciò che è catalogato. I risultati, al 2016, sono riassunti nella seguente tabella:
Categoria (risultati fino al 2016) | Media | MAX | Anno | MIN | Anno |
Named Storm | 11.7 | 28 | 2005 | 4 | 1983 |
Uragani | 6.3 | 15 | 2005 | 2 | 1982, 2013 |
Uragani principali | 2.4 | 7 | 2005 | 0 | molte volte, ultimo caso 2013 |
Uragani che hanno toccato il territorio USA | 1.7 | 6 | 1985, 2004, 2005 | 0 | molte volte, ultimo caso 2015 |
Uragani principali che hanno toccato il territorio USA | 0.6 | 4 | 2005 | 0 | molte volte, ultimo caso 2016 |
Per Named Storms si intendono tutte le tempeste tropicali, gli uragani e le tempeste subtropicali. Per Uragani si intendono quelle tempeste tropicali che nella scala Saffir-Simpson vanno da 1 a 5. Poi ci sono gli Uragani principali, quelli di categoria 3, 4 o 5 nella scala Saffir-Simpson.
Osserviamo una media di 11.7 eventi l'anno per quanto riguarda l'insieme delle tempeste tropicali. A riguardo alcuni studi hanno documentato un aumento piuttosto elevato di tempeste tropicali e uragani di breve durata nell'ultimo decennio, ma pare sia dovuto a migliorate capacità di monitoraggio. Per questo motivo (tecnico-strumentale, non reale!) si ritiene che una stima più realistica sia di circa 13 tempeste tropicali e uragani all'anno. Come dire: anche in passato erano probabilmente più numerosi tali episodi di breve durata, solo che eravamo in grado di riconoscerli.
Dalla tabella notiamo che indubbiamente il 2005 è stato un anno da record, con 28 tempeste totali, ben 15 uragani di cui 7 di categoria >= 3. Osservazione: record che nonostante il continuo riscaldamento globale non vengono battuti, evidentemente, da diversi anni...
Inoltre se si vanno a vedere i dati nel dettaglio si nota anche che:
- il 1950 è ancora l'anno record per quanto riguarda gli uragani principali (ed è prima del 1966!) con 8 casi (più, appunto, del famigerato 2005 fermo a 7).
- il 1886 detiene ancora il record della stagione di uragani più attiva per gli Stati Uniti continentali, con 7 uragani raggiungenti la terraferma (contro i 4 del 2005). Avevamo detto di non considerare periodi antecedenti il 1966, ma questo vale per gli eventi che non si conoscono, non certo per quelli comunque accaduti!
Osservazione: notare anche come ci siano molti anni con nessun uragano principale, o uragani che non hanno toccato gli USA o principali che non hanno toccato gli USA. E gli ultimi casi sono anche recenti (2013, 2015 e 2016 rispettivamente). Fosse stato l'opposto chissà quanto ce l'avrebbero "menata" i media... Invece voi ne avete saputo niente?
Già da questi primi elementi risulta evidente che si va a scavare ci sono tanti "se" e tanti "ma" da considerare, prima di prendere un dato e amplificarlo strumentalmente per "dimostrare" qualcosa. Senza contare il fatto che dal 1966 gli anni non sono tantissimi per effettuare statistiche solide. Comunque siamo solo all'inizio, andiamo avanti.
In alto abbiamo graficato il numero degli uragani dal 1966 al 2016. Notiamo intanto le "montagne russe" che i dati descrivono. I salti sono spesso notevoli, anche da un anno all'altro. Questo già ci dice che a prescindere da tutto l'aumento globale delle temperature non implica direttamente un aumento del numero degli uragani. Ci possono stare delle oscillazioni, ma per giustificare salti così ci devono essere meccanismi più importanti e forti del semplice aumento globale delle temperature. No perché i sostenitori (ideologici) del Global Warming (antropico che sia o no) fanno sempre l'equazione "più calore globale = più fenomeni e più intensi". E allora come mai se ogni anno la temperatura globale aumenta (qualunque ne sia la causa) gli uragani non hanno un andamento almeno quasi lineare? Va bene, direte voi, ma ci possono essere meccanismi di compensazione, che portano la Terra a "reagire" per trovare nuovi equilibri. Probabile, ma allora "più calore globale = più fenomeni e più intensi" detto così non va bene, non può andare.
E va bene, direte voi, ma andiamo a vedere il trend medio! Ecco, il trend non è facile da vedere perché non essendo un grafico continuo (e gli anni sono pochi) dobbiamo per forza effettuare delle medie mobili, le quali dipendono dal numero di elementi che si prendono per calcolare la media stessa. Ma già ad occhio si vedono cose interessanti, come si fa con i grafici del trading finanziario: a parte il fortissimo picco del 1969 (con 12 casi), fino al 1995 tutto sommato pur oscillando il trend ci appare abbastanza costante (orizzontale). Dal 1995 al famigerato 2005 notiamo un trend crescente: infatti aumentano sia i minimi che i massimi principali e tra loro le varie oscillazioni. Ma dal 2005, sempre oscillando, il trend si inverte e abbiamo una discesa: sia i minimi che i massimi principali diminuiscono! Ci spiace, ma se nei primi anni 2000 veniva denunciato (correttamente) un trend in incremento nel numero degli uragani, non si capisce perché non si debba dire che il trend è stato in diminuzione dal 2005 al 2016.
Va bene, direte voi, non c'è un chiaro e definitivo aumento del numero degli uragani, ma allora andiamo a vedere se aumentano quelli più intensi (quelli, se ricordate, di categoria 3, 4 o 5). Bene, abbiamo graficato anche questo:
Notate niente? Noi notiamo benissimo che succede qualcosa di simile. Al solito a parte il picco del 1969 (ma che cavolo sarà successo quell'anno?) fino al 1995 abbiamo un andamento oscillante ma "orizzontale". Poi anche in questo caso c'è un'improvvisa "accelerazione" verso il famoso 2005. Anche qui: ma come mai proprio dal 1995? L'uomo ha iniziato molto, ma molto prima ad immettere CO2! Vabbè, si dirà, si è tirata la corda e si è spezzata, insomma la Terra ha "retto" fino ad un certo punto e poi qualcosa è saltato. Può darsi. Ma capite che le cose non sono così ovvie e semplici? In ogni caso, anche qui notiamo un trend in crescita dal 1995 al 2005, per poi decrescere. Niente da fare.
Allora passiamo all'energia in gioco. Per farlo viene definito il cosiddetto ACE (Accumulated Cyclone Energy), un indice che "somma" un po' tutto: il numero degli uragani, la loro durata e la loro intensità. Non entriamo nel dettaglio di come viene calcolato, ma passiamo subito al grafico:
Che dire? Anche stavolta chi ad un certo punto nota (giustamente) un trend complessivamente in crescita dal 1995, non può non notare anche quello in discesa dal 2005. Sempre se è in buona fede, s'intende. Tale andamento dell'ACE possiamo vederlo anche in un altro modo. Prendiamo tutti gli episodi (tutti gli uragani e tutte le tempeste tropicali, perché l'ACE viene fornito così) e andiamoci a calcolare l'ACE per episodio e l'ACE per anno, suddividendo i 3 periodi di cui abbiamo parlato, ovvero:
Periodo eventi (tutte le categorie) | Numero di anni | Numero di eventi | ACE totale | ACE/ANNO | ACE/EPISODIO |
1966 - 1994 | 29 | 277 | 1899 | 65 | 6.9 |
1995 - 2005 | 11 | 167 | 1743 | 158 | 10.4 |
2006 - 2016 | 11 | 155 | 1079 | 98 | 7 |
Anche da cui possiamo notare l'impennata del valore dell'ACE sia come media annua, sia come media ad episodio, quando si entra nel periodo 1995-2005 e la successiva discesa quando si entra nel periodo 2006-2016. Addirittura l'ACE per episodio torna praticamente quello del periodo 1966-1994!
Certo, nulla possiamo dire su quello che accadrà nei prossimi anni e, ripetiamo, riteniamo troppo pochi 50 anni per valutare dei trend significativi, specie se poi questi trend periodicamente sembrano cambiare rotta sia con salti notevoli da un anno all'altro, sia in modo "decennale". Staremo a vedere, anche perché ci sono tante altre cose che riguardano l'atmosfera e l'interazione con il resto del Pianeta, non certo solo gli uragani. Ci sono i Tifoni, per esempio (gli uragani del Pacifico...), i Tornado e altri fenomeni meteorologici da considerare. A proposito di Tifoni per quello che riguarda il Nord-Ovest del Pacifico ci sono ancora da battere i 26 del 1964 e i Super Tifoni del 1965 e 1997. Vedasi qui. Per dire.
Comunque qui abbiamo toccato solo la punta dell'iceberg e non è certo possibile mettere la parola fine su questo argomento, anzi siamo solo agli inizi. Sollevare questioni ed osservazioni però sì, perché statene certi: dai media (e anche da certi addetti ai lavori che già danno tutto per scontato) sentirete parlare di queste cose solo se vanno ni una "certa direzione"... Non è complottismo: avete sentito mai un TG aprire con "in discesa numero e frequenza uragani atlantici?" No, eh? Quando il trend è in salita sì, però. Eh beh...
In definitiva l'obiettivo di questo articolo era quello di "denunciare" il fatto che, a prescindere da quello che accadrà dopo il 2016 (il trend in crescita potrebbe riprendere, magari anche più forte di prima, oppure no) chi ha parlato di aumento di frequenza e/o intensità delle tempeste tropicali e degli uragani (atlantici) sulla base del trend 1995-2005, deve ricredersi (in tutto o, almeno, in parte) per il decennio successivo. Amen.