L'Effetto Serra: facciamo un po' di chiarezza
L'Effetto Serra: facciamo un po' di chiarezza
Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo sentito parlare di questo fenomeno, più o meno professionalmente. Tendenzialmente, però, c’è molta confusione e ignoranza, poiché viene trattato un po’ come un "credo", nel senso che si pensa che gli scienziati credano o meno nell’esistenza del suddetto.
Mettiamo subito in chiaro le cose: l’effetto serra c’è ed è sempre e esistito e senza di esso non saremmo sulla Terra! L’effetto serra è quel particolare fenomeno secondo il quale l’atmosfera è trasparente per la radiazione a "onda corta" proveniente dal Sole e parzialmente opaca per quella a "onda lunga" riemesse dal nostro pianeta, come avevo già spiegato in questo articolo sull'effetto serra naturale (o Global Warming).
Il problema è che nell’ultimo secolo c’è stato un INCREMENTO dell’effetto serra e un conseguente aumento delle temperature medie globali. L’aumento termico c’è ed è INEQUIVOCABILE (diffidare dei negazionisti…), il problema per la comunità scientifica è semmai capire quanta colpa ne abbia l’uomo.
L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è un ente costituito da migliaia di autorevoli scienziati di tutto il mondo che ha il compito di studiare il suddetto problema secondo il metodo della "revisione paritaria": è una procedura di selezione di progetti di ricerca avanzati proposti dai membri della comunità scientifica internazionale, effettuata attraverso una valutazione esperta eseguita da specialisti del settore per verificarne l'idoneità alla pubblicazione scientifica.
Per dirla in parole povere, non sono gli ultimi arrivati (ciarlatani, fantaprevisori…) o politici che potrebbero fare i propri interessi, ma sono persone che hanno studiato anni e anni da diversi punti di vista e con diversi titoli di studio e che lavorano in collaborazione. Ivi, infatti, si possono trovare articoli e studi di fisici, matematici, ingegneri, economisti, biologi, modellisti, ecc. Dall’ultimo report uscito nel dicembre 2013 è apparso in maniera netta che la colpa è largamente dell’uomo. Teniamo presente che è un problema di difficoltà enorme, poiché tratta ambiti diversissimi (dalla modellistica, alla biochimica, all’economia) e soprattutto la fisica dell’ambiente è una branca della scienza tuttora in largo sviluppo. In questo articolo non dirò null’altro di tecnico (ci si potrebbe fare un esame universitario sul report dell’IPCC), ma cito le principali accuse che vengono rivolte dai mass media verso chi sostiene che il riscaldamento globale sia una farsa.
1) L’effetto serra è naturale e le fluttuazioni termiche sono sempre esistite. Verissimo, ma quello che preoccupa è la rapidità con cui si sono verificate nell’ultimo secolo. Probabilmente nel medioevo e di sicuro alcuni millenni fa la temperatura media della terra era molto superiore a quella odierna, quindi non è vero che siamo nel periodo più caldo da milioni di anni! Quello che è vero, però, che -al giorno d’oggi- non ci sono prove che nella storia si siano verificati cambiamenti climatici così repentini.
2) Il riscaldamento si sta fermando e le temperature si stanno alzando molto meno del previsto. Anche questo è in parte vero, ma ciò non toglie che il decennio 2000-2010 sia stato il più caldo da quanto esiste la climatologia. Teniamo presente una cosa: la CO2 non è l’unico componente serra! Esistono un’infinita di altri composti (metano, etano, idrocarburi, NOx, SOx, idrocarburi policiclici aromatici, ozono, composti volatili del carbonio..) che hanno effetti sia di aumento termico (feedback POSITIVO) sia di decremento termico (feedback NEGATIVO), e i modelli del riscaldamento globale fatti 30-40 anni fa non tenevano conto di tutti questi composti.
3) L’ondata di gelo del 2012 in Europa e del 2014 negli USA sono prova che il riscaldamento globale non esiste. Falso: le ondate di gelo esistono sempre e si stanno in certi punti registrando anche nuovi record di freddo. Piccolo particolare: i nuovi record di gelo coprono aree molto più ristrette rispetto a quelli di caldo. In altre parole, le ondate di calore sono numericamente di più e hanno un’estensione maggiore di quelle fredde.
4) Ci sono sempre state ondate di caldo, anche prima del XX secolo. Certo, è assolutamente vero: l’estate 1333 pare fu straordinariamente calda e secca (tutti i fiumi erano in secca e il numero di morti per caldo fu eccezionale per l’epoca), così come l’inverno 1279 (pare che a Natale 1278 ci fossero temperature di Maggio, non nevicò mai e a gennaio gli alberi erano in fiore), per non parlare del caldissimo e più recente giugno 1935 [fonte: Nimbus nr. 65-66, studio ARCHLIM]. Però è evidente che un’estate come la 2003 o la 2012 capitavano ogni 2-300 anni, nella peggiore delle ipotesi nel medesimo secolo, ma non certo a distanza di 9 anni!
5) La stagione degli uragani atlantici del 2013 è stata molto scarna. Vero anche questo, ma che correlazione c’è tra global warming e uragani? Non è così semplice come la fanno su certi siti. Se un anno è stato fiacco non è prova di raffreddamento globale.
6) Le macchie solari fanno raffreddare il pianeta. Si e no, cioè dagli ultimi studi parrebbe che esse abbiano un contributo piuttosto piccolo. Cito un esempio: il 2009 era visto come “inverno freddo” perché seguiva il minimo di macchie solari di cadenza trecentennale. Il trimestre freddo s’è poi rivelato sottomedia ma lungi dal terribile inverno 1709, probabilmente il più freddo degli ultimi 500 anni.
7) Gli eventi estremi non stanno crescendo, c’è solo una maggiore informazione e incuria del territorio. Questo è il punto più difficile da controbattere, poiché alluvioni, siccità e ondate di maltempo sono sempre esistiti. Ad oggi non esiste uno studio scientifico esauriente circa l’eventuale aumento di fenomeni temporaleschi intensi in una determinata area. Prendo l’esempio del Mediterraneo: come si fa a quantificare l’intensità di un temporale? Dai danni che provoca? Non è così semplice, purtroppo, perché se colpisce un’area disabitata potrà essere violentissimo ma nessuno lo catalogherà come tale, mentre se un sistema autorigenerante (che accade normalmente in autunno in Liguria) colpisce una città come Genova fa scalpore, non tanto per l’intensità quanto per l’incuria dell’uomo. D’altro canto gli “storm-chaser” esistono da pochi anni, non abbiamo alcuna informazione di eventuali outbreak tornadici nel 1800. In epoche remote qualsiasi temporale moderato faceva danni alle colture, alle case di paglia o fango, quindi ad oggi la questione è assai aperta.
Ci tengo a precisare questo: se anche beneauguratamente dovessimo avere un 2014 più freddo della media 61-90 non è un segnale positivo in maniera assoluta, perché è il trend a scala decennale quello su cui gli studiosi fanno affidamento: in altri termini, il freddissimo febbraio 2012 o la fredda primavera 2013 non influiscono sul trend, che rimane in salita termica rispetto ai decenni passati.Infine una nota che a molti sfugge: se anche eliminassimo qualsiasi emissione antropica OGGI non avremmo effetti apprezzabili entro 30-50 anni, poiché molti inquinanti atmosferici hanno tempi di residenza dell’ordine di 10-300 anni, senza tener conto che ci sono inquinanti primari, secondari, feedback, con milioni di reazioni chimiche e influenze su scala locale, regionale e globale.Insomma, la materia è estremamente complessa e diffidate dei siti dove la trattano come una materia da 5° elementare… è materia per laureati veri, altrochè!
3) L’ondata di gelo del 2012 in Europa e del 2014 negli USA sono prova che il riscaldamento globale non esiste. Falso: le ondate di gelo esistono sempre e si stanno in certi punti registrando anche nuovi record di freddo. Piccolo particolare: i nuovi record di gelo coprono aree molto più ristrette rispetto a quelli di caldo. In altre parole, le ondate di calore sono numericamente di più e hanno un’estensione maggiore di quelle fredde.
4) Ci sono sempre state ondate di caldo, anche prima del XX secolo. Certo, è assolutamente vero: l’estate 1333 pare fu straordinariamente calda e secca (tutti i fiumi erano in secca e il numero di morti per caldo fu eccezionale per l’epoca), così come l’inverno 1279 (pare che a Natale 1278 ci fossero temperature di Maggio, non nevicò mai e a gennaio gli alberi erano in fiore), per non parlare del caldissimo e più recente giugno 1935 [fonte: Nimbus nr. 65-66, studio ARCHLIM]. Però è evidente che un’estate come la 2003 o la 2012 capitavano ogni 2-300 anni, nella peggiore delle ipotesi nel medesimo secolo, ma non certo a distanza di 9 anni!
5) La stagione degli uragani atlantici del 2013 è stata molto scarna. Vero anche questo, ma che correlazione c’è tra global warming e uragani? Non è così semplice come la fanno su certi siti. Se un anno è stato fiacco non è prova di raffreddamento globale.
6) Le macchie solari fanno raffreddare il pianeta. Si e no, cioè dagli ultimi studi parrebbe che esse abbiano un contributo piuttosto piccolo. Cito un esempio: il 2009 era visto come “inverno freddo” perché seguiva il minimo di macchie solari di cadenza trecentennale. Il trimestre freddo s’è poi rivelato sottomedia ma lungi dal terribile inverno 1709, probabilmente il più freddo degli ultimi 500 anni.
7) Gli eventi estremi non stanno crescendo, c’è solo una maggiore informazione e incuria del territorio. Questo è il punto più difficile da controbattere, poiché alluvioni, siccità e ondate di maltempo sono sempre esistiti. Ad oggi non esiste uno studio scientifico esauriente circa l’eventuale aumento di fenomeni temporaleschi intensi in una determinata area. Prendo l’esempio del Mediterraneo: come si fa a quantificare l’intensità di un temporale? Dai danni che provoca? Non è così semplice, purtroppo, perché se colpisce un’area disabitata potrà essere violentissimo ma nessuno lo catalogherà come tale, mentre se un sistema autorigenerante (che accade normalmente in autunno in Liguria) colpisce una città come Genova fa scalpore, non tanto per l’intensità quanto per l’incuria dell’uomo. D’altro canto gli “storm-chaser” esistono da pochi anni, non abbiamo alcuna informazione di eventuali outbreak tornadici nel 1800. In epoche remote qualsiasi temporale moderato faceva danni alle colture, alle case di paglia o fango, quindi ad oggi la questione è assai aperta.
Ci tengo a precisare questo: se anche beneauguratamente dovessimo avere un 2014 più freddo della media 61-90 non è un segnale positivo in maniera assoluta, perché è il trend a scala decennale quello su cui gli studiosi fanno affidamento: in altri termini, il freddissimo febbraio 2012 o la fredda primavera 2013 non influiscono sul trend, che rimane in salita termica rispetto ai decenni passati.Infine una nota che a molti sfugge: se anche eliminassimo qualsiasi emissione antropica OGGI non avremmo effetti apprezzabili entro 30-50 anni, poiché molti inquinanti atmosferici hanno tempi di residenza dell’ordine di 10-300 anni, senza tener conto che ci sono inquinanti primari, secondari, feedback, con milioni di reazioni chimiche e influenze su scala locale, regionale e globale.Insomma, la materia è estremamente complessa e diffidate dei siti dove la trattano come una materia da 5° elementare… è materia per laureati veri, altrochè!
Davide Santini