IN BALIA DI UN’ONDA ATMOSFERICA QUASI STAZIONARIA
IN BALIA DI UN’ONDA ATMOSFERICA QUASI STAZIONARIA
Questa sera vi propongo un articolo a metà strada tra la didattica e la previsione, proprio come si trovano a metà strada tra la stabilità e l’instabilità gli equilibri che stanno determinando lo stato del tempo sulla nostra penisola ormai da qualche giorno. Quando la circolazione atmosferica è sostanzialmente bloccata, le condizioni meteorologiche seguono all’incirca lo stesso copione e lo stato del tempo tende a ripetersi in modo quasi identico, giorno dopo giorno. La nostra penisola si trova e continuerà ancora a trovarsi tra due figure antagoniste, una ciclonica a ovest e una anticiclonica a est, strettamente vincolate tra di loro perché la prima invita quasi sempre la seconda a salire sul palcoscenico, dal momento che entrambe sono espressione dello scambio meridiano tra flussi che si muovono in direzioni opposte disegnando delle onde proprio come avviene sulla superficie marina. Ecco che allora una massa d’aria fredda in movimento verso sud è sempre affiancata da una massa d’aria che si incammina verso nord.
Passare dalla prima alla seconda significa così passare da aree in cui le temperature sono inferiori alla media ad aree in cui fa più caldo del normale. Nel mezzo, cioè laddove le due masse d’aria trovano il modo di fronteggiarsi per cercare di strappare alla contendente qualche centinaio di chilometri quadrati di superficie, l’instabilità dell’atmosfera ha il massimo rendimento nel produrre quei fenomeni di contrasto – quali rovesci e temporali anche intensi – di cui abbiamo parlato tutte le volte in cui si sono delineate evoluzioni di questo tipo. Anche queste giornate non stanno facendo eccezione, specie al Nord. La stazionarietà della configurazione può presentare però anche delle oscillazioni lungo i paralleli nel senso che l’ondulazione dell’intero sistema atmosferico, pur mantenendo grosso modo la stessa struttura sviluppata lungo i meridiani, può spostarsi verso est e verso ovest e fare così in modo che si allunghi e si restringa alternativamente il raggio d’azione delle due masse d’aria contendenti.
Se la saccatura riesce a fare dei passi verso levante è l’aria fredda presente all’interno del cavo dell’onda ad avanzare e quindi a portare un rinfrescamento nelle aree precedentemente occupate dall’aria calda: come avevamo già accennato nella precedente analisi, questo scenario andrà materializzandosi da domani per toccare l’apice il 14 giugno (immagine 2), quando anche sulle regioni meridionali arriverà la coda del nuovo impulso instabile che si sta organizzando per transitare entro le prossime 36-48 ore sul Nord e parte del Centro e agevolare l’ormai consueta formazione di temporali anche intensi.
Se invece l’ondulazione si sposta verso ovest con moto retrogrado, allora questa volta è l’aria calda a guadagnare terreno e il tempo risulta maggiormente condizionato dalla cresta dell’ondulazione stessa, cioè dal promontorio che in questo caso ha natura subtropicale continentale dal momento che si eleva dall’entroterra nord africano: questo scenario viene confermato a partire dal 17 giugno, per cui sul finire della seconda decade di questo mese bisognerà attendersi un nuovo rialzo termico su tutta l’Italia e in particolare al Centro-Sud, dove le temperature potrebbero riportarsi al di sopra della media climatologica anche in misura significativa (immagini 4 e 5). Di pari passo, con questo tipo di evoluzione avremo anche un generale ripristino delle condizioni di stabilità atmosferica, ad eccezione forse delle regioni settentrionali dove questo segnale risulterà probabilmente un po’ più debole e di conseguenza qualche nota temporalesca potrebbe ancora farsi sentire soprattutto a ridosso dei rilievi alpini e prealpini.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera