I NUMERI DELL’INVERNO METEOROLOGICO 2024
I NUMERI DELL’INVERNO METEOROLOGICO 2024
Il 1° marzo è iniziata la primavera meteorologica che ha, di fatto, chiuso la stagione invernale sempre dal punto di vista meteorologico. Abbiamo seguito strada facendo le vicissitudini di un inverno che è trascorso solo sul calendario, analizzando settimana dopo settimana una dinamica dell’atmosfera che è evoluta nel segno del campo anticiclonico subtropicale. Adesso, a bocce ferme, è arrivato il momento di dare qualche dato per completare quell’informazione che, se prima è passata sotto forma di previsione meteorologica, adesso va in archivio sotto la voce di «statistica climatica» rispetto alla norma dell’ultimo trentennio, il 1991-2020. In breve, possiamo dire che l’inverno 2024 ha portato in archivio i dati che andiamo ora a commentare.
• Tra +40 e +70 metri è stata l’anomalia media del campo di altezza di geopotenziale a 500 hPa, cioè a circa 5500 metri di quota (fig. 1, a sinistra): vuol dire che il segnale dominante che ha caratterizzato la circolazione atmosferica sull’Europa centro-meridionale durante l’inverno 2024 è stato impostato dalla fascia anticiclonica subtropicale e in modo particolare dalla sua componente continentale, a cui fa capo l’anticiclone nord africano. Ma il fatto che questa superficie isobarica – che prendiamo come riferimento – si sia gonfiata e portata a quote più elevate della media è legato, per la nota equazione ipsometrica, a una colonna troposferica mediamente più calda del normale: il calore, infatti, ha il potere di dilatare i corpi.
• Tra +2 e +3 °C è stata l’anomalia media della temperatura a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri di quota, alle nostre latitudini (fig. 1, a destra): a dimostrazione di quanto appena scritto, significa che l’Europa centro-meridionale e in particolare il Mediterraneo centro-occidentale e l’area balcanica sono stati frequentemente meta del trasporto di aria mite proveniente dalle latitudini subtropicali e tropicali. In Italia, a subire i maggiori effetti di questa dinamica sono state le regioni settentrionali e la Sardegna, dove localmente lo scarto dal clima ha anche superato i +3 °C.
• +2.19 °C è stata l’anomalia della temperatura media invernale in Italia, secondo l’analisi condotta dall’Istituto di Scienze e del Clima (ISAC) del CNR di Bologna (fig. 2). Questo dato fa sì che l’inverno meteorologico del 2024 passi alla nostra storia climatologica come il più caldo da quando si raccolgono i dati, cioè dal 1800. Questo valore medio si compone da altrettante significative anomalie di temperatura provenienti da un dicembre 2023 che si è classificato come il terzo più caldo (+1.87 °C), da un gennaio 2024 che si è classificato come il quinto più caldo (+1.62 °C) e da un febbraio 2024 che si è classificato come il più caldo (+3.09 °C).
• L’inverno 2024 è così la prima stagione dei trimestri dicembre-febbraio a superare la soglia di +2.0 °C di anomalia di temperatura confermando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’accelerazione del processo di riscaldamento a cui questa stagione è andata incontro negli ultimi decenni (fig. 3). Tenendo per esempio conto dell’ultimo ventennio, possiamo osservare come la soglia di +1.0 °C di anomalia sia stata superata per la prima volta nell’inverno del 2001 e come abbiamo dovuto aspettare solo sei anni per osservare, nell’inverno del 2007, il primo superamento della soglia di +1.5 °C. Ci siamo poi portati a cavallo di questa seconda soglia negli inverni del 2014 con +1.53 °C, del 2016 con +1.46 °C e del 2020 con +1.64 °C per poi salire di un altro gradino e arrivare quest’anno al superamento dei 2 °C di scarto. Il trend è un chiaro segnale di accelerazione di un processo di riscaldamento che dimostra, ormai in modo chiaro, come il Mediterraneo sia un «hot spot» del cambiamento climatico.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera