UNA DOMENICA MATTINA CON GELATE DIFFUSE, MA IN QUOTA LA CIRCOLAZIONE AVRÀ GIÀ INTRAPRESO LA STRADA DEL CAMBIAMENTO
UNA DOMENICA MATTINA CON GELATE DIFFUSE, MA IN QUOTA LA CIRCOLAZIONE AVRÀ GIÀ INTRAPRESO LA STRADA DEL CAMBIAMENTO
Mentre ancora soffiano forti venti settentrionali che stanno completando l’afflusso di aria fredda anche sulle regioni meridionali, da ovest inizia a farsi strada la nuova circolazione più temperata in seno alla rimonta anticiclonica che è legata all’espansione, verso l’Europa occidentale, dell’alta pressione delle Azzorre.
E così, mentre al suolo avvertiremo ancora per 24-36 ore gli effetti dell’irruzione soprattutto con una diminuzione significativa delle temperature minime che nella prossima notte si porteranno diffusamente al di sotto dello zero al Nord (tranne le coste liguri) e nelle aree interne del Centro-Sud e della Sardegna (fig. 1), in quota le correnti atmosferiche inizieranno a sostituire in fretta e furia l’aria artica con quella subtropicale marittima per riportare così lo zero termico a quote davvero molto elevate nel corso della prossima settimana.
Per osservare la rapidità con cui avverrà questo cambiamento della circolazione, è sufficiente considerare la previsione della quota dello zero termico (fig. 2, a sinistra): per trovare la temperatura di 0 °C sulle nostre Alpi occidentali si dovrà infatti salire dai 400 metri raggiunti nel pomeriggio odierno ai 3600-3800 metri previsti all’incirca tra mercoledì 24 e venerdì 26 gennaio.
Questa altezza così elevata caratterizzerà le condizioni ambientali in libera atmosfera dei nostri versanti di ponente, più esposti alla bolla di aria calda che gonfierà l’anticiclone subtropicale proprio sul Mediterraneo occidentale. L’avvezione della massa d’aria subtropicale, unita ai moti di subsidenza che caratterizzano proprio queste strutture bariche, porterà così le temperature in quota fino a 12-16 °C sopra la media tra l’estremo Nord-Ovest, Tirreno centro-settentrionale e Sardegna e in genere tra i 7 e i 12 °C sopra la media sulla verticale del resto della nostra penisola (fig. 2, a destra).
Come detto in uno dei precedenti interventi, per stimare se e quanto sarà sensibile l’aumento delle temperature nei bassi strati bisognerà valutare la formazione e l’efficacia delle inversioni termiche a cui si legano nebbie e nubi basse e l’eventuale insorgenza di effetti locali di natura favonica che non sono da escludere, vista la posizione che andrà ad assumere il campo anticiclonico: aspettiamo allora ancora qualche aggiornamento prima di sciogliere la prognosi su questo aspetto perché stiamo parlando di dettagli che dipendono dalla dinamica atmosferica a scala locale e la loro previsione non gode di buona attendibilità alla distanza temporale a cui ci troviamo oggi.
Solo una previsione pare invece che sia abbastanza attendibile: oscillazioni fisiologiche a parte, riguarda la probabile persistenza del segnale anticiclonico subtropicale sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo almeno fino alla fine del mese.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera