UN PO’ DI CHIAREZZA SULLA DEPRESSIONE IONICA E SULLA SUA POSSIBILE EVOLUZIONE
UN PO’ DI CHIAREZZA SULLA DEPRESSIONE IONICA E SULLA SUA POSSIBILE EVOLUZIONE
Siamo ormai consapevoli del fatto che l’informazione meteorologica che va per la maggiore tende a ingigantire gli eventi atmosferici e ne parla alterando la realtà del fatti: l’ultima notizia della serie riferisce sulla formazione in queste ore di un «uragano mediterraneo» che potrebbe colpire l’Italia. Nulla di più falso. Come abbiamo spiegato nelle recenti analisi pubblicate, l’area ionica ed ellenica stanno attualmente sperimentando da qualche giorno gli effetti di un «ciclone mediterraneo», cioè di una circolazione depressionaria che – per quanto si sia rivelata molto intensa viste le ingenti alluvioni che si sono purtroppo verificate in Grecia – è una figura barica tipica delle nostre latitudini.
Tutte le perturbazioni che entrano sul Mediterraneo o che qui si formano sono accompagnate da un centro di bassa pressione che, tecnicamente parlando, prende il nome di «ciclone extratropicale». Sulla formazione di queste strutture è sufficiente sapere che l’energia di alimentazione del vortice scaturisce dal contrasto termico tra masse d’aria di diversa estrazione: una più fredda proveniente dalle alte latitudini e una più calda preesistente o proveniente dalle basse latitudini.
Nel caso del ciclone in questione, abbiamo visto che la sua attivazione si è innescata a seguito della discesa di aria più fresca lungo il fianco orientale del promontorio di blocco presente sull’Europa centro-occidentale. Non c’è nulla di nuovo, quindi: il vortice che si è formato nei giorni scorsi, che ha lambito le estreme regioni meridionali e che è ancora attivo tra il Mare Ionio e il Mare Egeo con un’intensa attività temporalesca (fig. 1), è una classica circolazione di bassa pressione tipica delle nostre latitudini.
La questione se diventi o meno un ciclone dalle caratteristiche tropicali e quindi se riesca o meno a trasformarsi in un TLC (Tropical Like Cyclone) o Medicane (Mediterranean Hurricane) per assomigliare ai suoi cugini oceanici, riguarderebbe semmai la sua evoluzione nelle prossime 48-60 ore, cioè entro la sera di sabato 9 settembre quando si sarà probabilmente spostato verso sud-est per arrivare in prossimità del Golfo della Sirte: a questo punto, si troverebbe quindi ben lontano dall’Italia.
La simulazione di alcuni modelli numerici lascerebbe infatti intendere che la struttura vorticosa, navigando ormai in solitaria al di sopra delle calde acque mediterranee che in prossimità delle coste nord-africane raggiungono una temperatura prossima ai 28 °C, possa gradualmente perdere le caratteristiche di ciclone extratropicale e assumere sembianze tropicali, fino a trasformarsi in un TLC. L’energia di sostentamento, in questo caso, proverrebbe essenzialmente dalla condensazione del vapore acqueo che verrebbe strappato alla superficie marina per costruire imponenti strutture temporalesche che potrebbero organizzarsi attorno a un minimo, destinato a diventare l’occhio della struttura.
L’ingente liberazione di calore latente durante il processo di condensazione porterebbe così il vortice a mostrare il cosiddetto «cuore caldo», cioè un’area interna in cui la temperatura è superiore rispetto alle aree periferiche.Si suppone che l’evoluzione in TLC possa essere ritenuta credibile proprio perché dai calcoli elaborati da alcuni modelli emerge proprio la presenza di questo «cuore caldo» sulla superficie isobarica di 500 hPa (fig. 2, a sinistra) e sulla superficie di 850 hPa (fig. 2, al centro). In secondo luogo, la trasformazione del sistema depressionario in circolazione simil tropicale troverebbe riscontro nella struttura barotropica del ciclone stesso: in questo caso l’intensa circolazione ciclonica andrebbe infatti ad assumere una struttura concentrica soprapposta dalla superficie marina – dove la pressione atmosferica potrebbe diminuire fino a valori significativi (fig. 2, a destra) – fino alla media troposfera. Il sistema, da cui potrebbero scaturire venti tempestosi e piogge molto intense ma su un'area molto circoscritta, potrebbe poi interessare la Cirenaica.
Arrivati a questo punto della disamina è bene però evidenziare che abbiamo qui esposto solo una possibile evoluzione dell’attuale figura depressionaria. È probabile che il sistema si muova verso sud-est per arrivare sul Golfo della Sirte, ma non è detto che si trasformi in un TLC. Ci troviamo infatti nel caso in cui la simulazione del futuro stato dell’atmosfera riguarda un sistema che si sviluppa su ristrette scale spaziali e quindi l’incertezza che aleggia attorno alla sua previsione è molto alta anche se ormai ci troviamo tecnicamente a poche ore da un possibile evento: vedremo nei prossimi giorni se cosa succederà.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera