LE CONFIGURAZIONI DI BLOCCO E L’ESALTAZIONE DEI FENOMENI ESTREMI
LE CONFIGURAZIONI DI BLOCCO E L’ESALTAZIONE DEI FENOMENI ESTREMI
La dinamica atmosferica sull’Europa centro-occidentale e sul Mediterraneo si è bloccata e tale resterà per almeno una settimana, cioè almeno fino a martedì 12 settembre. In altre parole, i centri di alta e di bassa pressione che agiscono in sinergia per mettere in movimento le masse d’aria rimangono su posizioni quasi stazionarie e quindi finiscono per orientare lo stesso tipo di flusso sempre sulla stessa area geografica. In questo caso, come abbiamo scritto nelle analisi pubblicate, siamo di fronte a una configurazione di blocco detto «a omega» perché la forma del disegno barico, costruito dal promontorio nord africano stretto ai fianchi da due circolazioni depressionarie, ricalca proprio la lettera «omega» dell’alfabeto greco: la persistenza di una configurazione barica come questa comporta allora anche la persistenza dello stesso tipo di tempo nelle aree in cui insiste la stessa dinamica atmosferica.A tal proposito, proprio in queste ore e in questi giorni i fatti di cronaca meteorologica stanno riferendo di eventi alluvionali che hanno colpito la Spagna e la Grecia, dove sono in piena azione le due circolazioni depressionarie con le associate condizioni di marcata instabilità atmosferica. Sulla penisola ellenica, in particolare, la stazionarietà del vortice ciclonico contribuisce ad esaltare le convergenze tra l’aria più fresca in scorrimento lungo il bordo orientale della campana anticiclonica e quella più calda che risale lungo il bordo orientale del minimo stesso. Secondo il servizio meteorologico nazionale ellenico, siamo di fronte a una delle tempeste più intense che la Grecia abbia mai sperimentato, con le precipitazioni giornaliere che superano di gran lunga i record precedenti: fino alle ore 20:30 di oggi (ora locale), sono stati registrati per esempio fino a 754.0 mm di pioggia a Zagora Pelio e il dato già supera abbondantemente il precedente record di precipitazione massima giornaliera che apparteneva a Paliki (Cefalonia), con i 644.7 mm caduti durante il passaggio del ciclone mediterraneo Janus nel settembre del 2020 (fonte: meteo.gr).
Questo intenso vortice, tra l’altro, potrebbe ancora far parlare di sé nei prossimi giorni perché, stando agli attuali calcoli elaborati dalla modellistica numerica, nel suo lento movimento verso sud-sudest potrebbe trasformarsi in un intenso ciclone mediterraneo ed assumere caratteristiche simil tropicali per via della sua permanenza al di sopra delle calde acque superficiali che sul settore meridionale del nostro bacino raggiungono temperature prossime ai 27-28 °C e diventano così la primaria fonte energetica di sostentamento del complesso sistema. Completano la serie di fenomeni estremi che stanno scaturendo da questa configurazione di blocco le condizioni di caldo record che sta sperimentando la Francia in questi giorni e che continuerà ancora a sperimentare probabilmente almeno fino a venerdì 8 settembre. La regione francese è infatti esposta al flusso di aria calda subtropicale che risale il fianco ascendente del promontorio sotto la spinta della circolazione ciclonica presente in Oceano Atlantico.
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera