VARIABILITÀ PRIMAVERILE TRA PERTURBAZIONI, SCHIARITE E SBALZI TERMICI
VARIABILITÀ PRIMAVERILE TRA PERTURBAZIONI, SCHIARITE E SBALZI TERMICI
Nel corso della settimana che sta per iniziare vedremo in azione la stagione primaverile nelle vesti che dovrebbe indossare proprio quando l’inverno si appresta a congedarsi almeno sul calendario, perché dobbiamo dire che nella realtà anche quest’anno il trimestre freddo ha portato a casa ben pochi risultati. Osserveremo quindi un tipo di tempo molto vivace che alternerà giornate stabili ad altre instabili nelle quali, con l’arrivo di correnti più fredde, si verificherà anche un calo delle temperature e della quota nelle nevicate in montagna. Queste condizioni meteorologiche interesseranno la nostra penisola proprio tra martedì 14 e mercoledì 15 marzo, quando assisteremo al passaggio di una saccatura alimentata da aria artico-marittima che evolverà velocemente da nord-ovest verso sud-est, fino a raggiungere Grecia e Turchia nei giorni successivi e qui trasformarsi in goccia fredda (fig. 1).
Lo sviluppo meridiano del cavo d’onda, sede della circolazione ciclonica, avverrà durante la fase di approccio e di interessamento dell’Italia. Di conseguenza, non potremo aspettarci una distribuzione ben organizzata e diffusa delle precipitazioni perché le nostre regioni resteranno sostanzialmente saltate dal ramo ascendente più attivo del flusso in risalita lungo il bordo orientale della saccatura stessa: al contrario, la localizzazione delle piogge e delle nevicate sui rilievi sarà per lo più decisa dallo sbarramento orografico a cui andranno incontro le correnti nella loro interazione con il baluardo alpino e con la catena appenninica (fig. 2).
Ecco che allora nel corso di martedì 14 la perturbazione porterà le precipitazioni a spostarsi piuttosto rapidamente da ovest verso est, andando così a coinvolgere soprattutto le aree a nord del Po e quelle del settore occidentale compreso tra il Levante Ligure e il versante tirrenico meridionale: le cumulate più significative interesseranno il versante esposto dell’appennino ligure di Levante, quello toscano settentrionale e quello delle Alpi Carniche e Giulie. Neve sulle Alpi oltre i 1000-1500 metri con quota neve in calo dalla sera-notte fino a quote collinari sui versanti esteri, dove pur attenuandosi tenderanno a insistere maggiormente le nevicate anche nella giornata di mercoledì. Altrove le precipitazioni saranno più sporadiche e irregolari perché le aree sottovento al flusso si troveranno in una situazione di «ombra pluviometrica» più o meno accentuata.
Con lo spostamento della perturbazione verso levante, mercoledì 15 il tempo instabile interesserà il Centro-Sud con prevalenti rovesci anche di tipo temporalesco e nevicate in Appennino a quote gradualmente più basse, fino a sfiorare anche quote di alta collina a fine evento (6-700 metri). Le precipitazioni non saranno persistenti e di conseguenza le cumulate non raggiungeranno livelli significativi, ad eccezione della Calabria tirrenica e della costa centro-orientale della Sicilia settentrionale dove sarà probabile avere piogge un po’ più organizzate dallo sbarramento orografico. L’avvicendamento tra masse d’aria diverse, una calda di richiamo nella fase di avvicinamento della saccatura e una più fredda a seguito del passaggio della perturbazione, causerà uno sbalzo termico anche marcato (fig. 3) che al livello del mare si farà maggiormente sentire laddove la rotazione del vento dai quadranti settentrionali non sarà mascherata dall’effetto favonico di caduta, come per esempio avverrà probabilmente nel corso di martedì sulla Pianura Padana centro-occidentale.
In particolare, sarà il versante adriatico centro-meridionale a subire in questa dinamica evolutiva il calo termico più sensibile perché tra la fase di approccio e quella di transito della saccatura si passerà da una condizione di compressione adiabatica di una massa d’aria già calda in partenza a una in cui si verificherà l’irruzione fredda: a circa 1500 metri vorrà dire osservare un calo termico che potrebbe quindi essere anche di 10-15 °C. La permanenza della massa d’aria fredda si limiterà però ad appena 24-36 ore perché il rapido avvicendamento delle figure bariche, guidate dalle correnti occidentali, imporrà nei giorni a seguire un nuovo aumento delle temperature con l’arrivo di un nuovo promontorio subtropicale che ci interesserà molto probabilmente tra il 16 e il 19 marzo. Anche questa cresta dell’onda potrebbe essere seguita da una nuova saccatura, ma al momento non è ancora ben chiara quale potrebbe essere la sua evoluzione.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Per le classiche previsioni del tempo, vai al meteo per oggi, domani, oppure al METEO SETTIMANALE » Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica.
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera