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PRIMI SEGNALI DI UNA FASE INVERNALE DEGNA DI NOTA DOPO IL 6 FEBBRAIO

Scritto da Andrea Corigliano Martedì 31 Gennaio 2023 19:00

PRIMI SEGNALI DI UNA FASE INVERNALE DEGNA DI NOTA DOPO IL 6 FEBBRAIO

Evoluzione attesa per il 6 febbraio 2023In Italia, le ondate di freddo degne di essere chiamate tali devono essere costruite a tavolino. La dinamica atmosferica, infatti, deve incastrare in modo ottimale molte delle tessere che compongono il mosaico della configurazione barica affinché il flusso freddo possa essere indirizzato verso le nostre latitudini: più è lungo, infatti, il tragitto che la massa d’aria deve compiere per giungere fino a noi, maggiori sono gli ingranaggi che devono mettersi in moto per far sì che lo scenario vada in porto.

Per questo motivo, seguire l’evoluzione di alcuni schemi della dinamica atmosferica vuol dire non avere la fretta di arrivare al traguardo, ma significa analizzare passo dopo passo come il disegno barico potrebbe iniziare a formarsi a partire dalle fondamenta. I calcoli numerici che ci vengono forniti dai modelli fisico-matematici sono infatti sempre vittime del caos e lo sono ancora di più quanto quei calcoli devono definire traiettorie di masse d’aria che partono da lontano. Nei casi come questi, quindi, è bene procedere con il freno a mano e seguire, aggiornamento dopo aggiornamento, come il quadro evolutivo si aggiusta con i nuovi ricalcoli e compiere il passo successivo solo quanto, arrivati a quel punto, le soluzioni proposte dalla modellistica iniziano a stabilizzarsi.

Ad oggi questa prima tappa è fissata a lunedì 6 febbraio, quando si prevede una nuova pulsazione dell’Anticiclone delle Azzorre verso le alte latitudini che potrebbe comportare la nascita, sulla penisola scandinava, su una nuova struttura di alta pressione propensa a bloccare il flusso perturbato atlantico che risulterebbe in questo modo limitato alla sola Islanda. Sul fianco destro di questa figura barica inizierebbe così a scorrere aria gelida, di natura artico-continentale, diretta in parte verso l’Europa centrale e in parte verso la penisola balcanica, dove a circa 1500 metri – cioè sulla superficie di 850 hPa – la temperatura potrebbe portarsi anche di 8-10 °C sotto la media climatologica: non siamo ovviamente ancora di fronte a una previsione vera e propria dal momento che, trattandosi di una linea di tendenza a una settimana, il dato fornisce per il momento solo una stima sull’entità del probabile raffreddamento.

Tuttavia, anche se siamo di fronte ad un’indicazione di massima, questa indicazione è sicuramente un buon indice di quanto il segnale atmosferico inizi a diventare robusto e quindi meriti di essere preso in considerazione, analizzato e presentato al grande pubblico per quello che esso ancora è, senza saltare a conclusioni affrettate.



L’evoluzione futura partirà da qui. Partirà, innanzitutto, dalla conferma di questo impianto barico. Solo in un secondo momento si inizierebbe a parlare dell’evoluzione a cui potrebbe andare incontro questa ondulazione per vedere, ad esempio, se ci saranno i presupposti affinché la figura di alta pressione possa evolvere in configurazione di blocco. Sicuramente, quindi, le tappe per avere chiaro quella che potrebbe essere la dinamica di questo scenario non saranno poche perché lo schema sinottico sembra caratterizzato da una certa persistenza e di conseguenza andrà seguito in tutte le sue future mosse per capire quali potrebbero essere gli effetti di una circolazione fredda orientale sul tempo dell’Italia. Insomma, ci sarà molto di cui parlare nei prossimi giorni.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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