CULTURA E PREVENZIONE PER NON SOCCOMBERE AGLI EVENTI ESTREMI: IMPARIAMO DAL SAPER LEGGERE UN’ALLERTA METEO
CULTURA E PREVENZIONE PER NON SOCCOMBERE AGLI EVENTI ESTREMI: IMPARIAMO DAL SAPER LEGGERE UN’ALLERTA METEO
PER TUTTI – Stiamo attraversando un periodo di relativa tranquillità atmosferica e vorrei approfittarne per invitare voi, care lettrici e cari lettori, a prendere dieci minuti del vostro tempo per leggere i codici di allerta meteo emanati dalla Protezione Civile Nazionale e dai Centri Funzionali Regionali ogni volta in cui una previsione di eventi potenzialmente pericolosi lo richiede. Non è ancora chiaro, infatti, che la conoscenza è la nostra prima arma per difenderci perché sapere che cosa potrebbe succedere nel corso di particolari dinamiche atmosferiche ci spinge a prestare più attenzione all’evoluzione dei fenomeni e quindi a drizzare le antenne, cioè a fare prevenzione.
Fare di un’allerta meteo oggetto di scherno e di sfottò, come spesso mi capita di leggere sui social, non è assolutamente un comportamento da adottare. Giudicare un’allerta meteo in base al tempo che fa sul giardino di casa denota, purtroppo, di non sapere di che cosa stiamo parlando. Nelle tre schede allegate in figura (per ingrandire aprire l'immagine a parte, in un'altra scheda del browser) è riportato, per ogni codice colore di allerta, lo scenario di evento che può verificarsi per la criticità idrogeologica, idrogeologica per temporali e idraulica e gli effetti e i danni che tali criticità possono causare sul territorio e sulle infrastrutture. Non mi soffermo su questa chiara esposizione se non per sottolineare una, cento, mille volte che un’allerta gialla non ha minore importanza rispetto a un’allerta arancione o rossa e quindi non va mai presa sottogamba o banalizzata.
Vorrei, invece, parlare della criticità IDROGEOLOGICA PER TEMPORALI (evidenziata in rosso) perché è quella che, per essere capita, necessita di una minima conoscenza sulla predicibilità di questo fenomeno meteorologico. Chi segue questa pagina ricorda senz’altro quante volte abbiamo detto che quella di un temporale è una delle previsioni soggette a maggiore incertezza perché il temporale è, per sua natura, un fenomeno localizzato nel tempo e nello spazio e di conseguenza non è possibile definirne correttamente i contorni spaziali e temporali entro i quali si forma, evolve e si esaurisce. Si può fornire una stima senza avere la pretesa di scendere nei dettagli perché più il dettaglio diventa spinto, più aumenta l’errore in quanto oltre certi limiti la previsione del tempo perde di scientificità.
Parlando di stima c’è quindi sempre un’incertezza da considerare, con buona pace di chi vuole farvi credere che esistono le previsioni precise e puntuali. Nei due codici di allerta gialla e arancione, questa incertezza viene chiaramente menzionata. Si legge: «LO SCENARIO È CARATTERIZZATO DA ELEVATA INCERTEZZA PREVISIONALE». Che fare, allora? Nulla. Accettarlo. E magari guardare un po’ meno le app meteo per capire di che cosa stiamo parlando.
La differenza tra un’allerta gialla e una arancione per temporali sta nella caratteristica del fenomeno temporalesco. Se in quella gialla si parla di TEMPORALI FORTI, in quella arancione si parla di TEMPORALI FORTI, DIFFUSI E PERSISTENTI. In quest’ultimo caso parliamo quindi di uno stato dell’atmosfera certamente più instabile, favorevole allo sviluppo più esteso del fenomeno che peraltro può anche diventare persistente. C’è un ultimo aspetto da spiegare ed è quello più importante. Come si fa a capire se saremo di fronte solo a temporali forti oppure a temporali forti, diffusi e persistenti?
Come sempre affidandoci alla modellistica numerica che, come ripetiamo spesso, è un SIMULATORE dell’evoluzione della dinamica atmosferica. E dal momento che abbiamo spesso anche detto che la simulazione di un evento non coincide esattamente con la reale evoluzione del fenomeno, le incertezze riguardano non solo se e quando il temporale si può formare, ma si ripercuote anche sulla sua intensità. Se il modello sottostima per esempio le correnti ascensionali che sostengono il temporale, è ovvio che dalla simulazione verrà fuori un temporale più debole di quello che poi si verifica. Cerchiamo allora di aprire la mente quando ci apprestiamo a leggere un’allerta meteo per temporali.
Se a casa nostra ci sarà solo qualche nube, non precipitiamoci sui social per fare i leoni da tastiera. Chiediamoci, invece, se da qualche parte nella nostra provincia il fenomeno si è verificato. E se per caso non dovesse essersi verificato, teniamo a mente che lo scenario è caratterizzato da elevata incertezza previsionale e quindi può anche non formarsi. E che la modellistica numerica ha dei limiti nel prevedere fenomeni che sono localizzati nel tempo e nello spazio. Fare nostre queste conoscenze è segno di cultura e di civiltà.
Nota: aprire in un'altra scheda del browser per avere l'immagine sopra ingrandita.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera