ALLUVIONE NELLE MARCHE: UNA BREVE SPIEGAZIONE SULLA DINAMICA DELL’EVENTO
ALLUVIONE NELLE MARCHE: UNA BREVE SPIEGAZIONE SULLA DINAMICA DELL’EVENTO
Le cronache ci riferiscono di un evento alluvionale accaduto tra il pomeriggio e la serata del 15 settembre nelle Marche dove, in poche ore, sono caduti localmente anche più di 400 millimetri di pioggia, equivalenti a 400 litri di acqua per metro quadrato. Una breve spiegazione su come si è generato l’evento tiene conto di due tasselli fondamentali: il contenuto di vapore acqueo che è la materia prima per generare le precipitazioni ed una forzante atmosferica in grado di avviare la formazione delle nubi.
La prima figura mostra proprio l’incastro tra queste due tessere. A sinistra, viene infatti mostrato il flusso di vapore acqueo a cui è stata esposta la nostra penisola proprio nella giornata di giovedì 15. La lunga banda si snoda dal Mediterraneo occidentale fino al Mar Caspio e, assumendo il colore rosso, è indice di una condizione estrema. In altre parole, questa situazione ha comportato un trasporto eccezionale di materia prima per la formazione delle piogge. A destra, invece, è mostrato il flusso sulla superficie isobarica di 300 hPa, cioè a circa 9500 metri di quota, che è orientato da sud-ovest verso nord-est e che proprio nel pomeriggio di giovedì 15 settembre ha presentato un’accelerazione in prossimità della regione interessata dall’evento alluvionale (area in giallo).
Questo brusco aumento della velocità del flusso si è rivelata in pratica una condizione favorevole al massiccio risucchio dell’aria dai bassi strati: come ho detto anche in altre occasioni, questa situazione determina in pratica l’attivazione di un grande aspirapolvere atmosferico che incentiva il sollevamento dell’aria calda e umida, determinandone la condensazione in nubi e piogge. A tal proposito, la sequenza delle immagini satellitari ogni due ore, tra le 15:30 e le 19:30 del 15 settembre (fig. 2), mostra solo una parte dello sviluppo di temporali rigeneranti che si sono sviluppati sulle Marche proprio a causa della dinamica appena descritta.
Si tratta di temporali che si formano di continuo e rimangono stazionari fino a quando l’incastro tra le due tessere salta. L’evento può durante quindi anche 5-6 ore. Come si può osservare, la struttura temporalesca vista dall’occhio satellitare assume la forma di una V (da qui il nome V-SHAPED): sul vertice della V si verificano le precipitazioni più intense e violenti, a carattere di nubifragio continuo che portano inevitabilmente a cumulate eccezionali in breve tempo.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera