URAGANI E CICLONI EXTRATROPICALI A CONFRONTO: ECCO LE DIFFERENZE PIÙ IMPORTANTI
URAGANI E CICLONI EXTRATROPICALI A CONFRONTO: ECCO LE DIFFERENZE PIÙ IMPORTANTI
PER TUTTI – Partendo dall’immagine allegata, che mostra la previsione per domani (lunedì 5 settembre) della posizione delle figure bariche e della temperatura a circa 1500 metri sul comparto euro-atlantico, si potrebbe scrivere un trattato di fisica dell’atmosfera. Questa figura racchiude, in modo davvero esemplare, le differenze sostanziali che si riscontrano tra la dinamica atmosferica di tipo tropicale e la dinamica atmosferica di tipo extratropicale, cioè quella che ha in mano le redini del tempo delle nostre latitudini: la risalita dell’uragano Danielle verso nord ci permette infatti di mettere a confronto le caratteristiche termodinamiche di due cicloni che appartengono a due “mondi” diversi e che quindi formano nubi e precipitazioni partendo da processi fisici differenti.L’uragano Danielle è un ciclone tropicale e come tutti i cicloni tropicali trae sostegno dai flussi di calore provenienti dalle calde acque oceaniche delle basse latitudini, la cui superficie ha temperature uguali o superiori a 27 °C.
Il motore che tiene in vita queste strutture è la convezione profonda, vale a dire i forti moti ascendenti che formano le imponenti nubi a sviluppo verticale nel momento in cui la risalita verso l’alto dell’aria calda e umida presente nei bassi strati, a contatto con l’Oceano, va incontro al processo di condensazione. Durante questo processo avviene un massiccio rilascio di calore latente che forma il «cuore caldo» del vortice, posizionato proprio nel centro del ciclone tropicale e quindi dove si misura la minore pressione atmosferica del sistema. Nel caso di Danielle, per esempio, si può notare come nella sua parte più interna la temperatura prevista per domani, di circa 17 °C a circa 1500 metri, sia più elevata rispetto alle aree circostanti, ad evidenziare proprio il «cuore caldo» della struttura. Per completezza, va specificato che questa condizione termica deve verificarsi su tutta la colonna di sviluppo del vortice.
Ad ovest dell’Europa, invece, sarà in piena azione un ciclone extratropicale, le cui dimensioni sono di gran lunga maggiori. In questo caso la formazione del minimo depressionario è dovuta all’interazione tra masse d’aria di diversa natura che, sul piano orizzontale, danno vita ad un gradiente termico. In altre parole, il motore che tiene in vita questo tipo di cicloni e che contribuisce alla formazione di nubi e di precipitazioni è la differenza (gradiente) di temperatura (termico) che si viene a creare sul piano (orizzontale) nel momento in cui la formazione e l’approfondimento del centro di bassa pressione richiama all’interno del ciclone – e quindi fa convergere – una massa d’aria calda e una massa d’aria fredda.
Durante questo processo, il centro della depressione viene ad avere una temperatura più bassa rispetto alle aree circostanti e quindi si dice che il ciclone ha un «cuore freddo». In questo caso, per esempio, si prevede per domani un’area caratterizzata da una temperatura di circa 2 °C a 1500 metri, posizionata poco a ovest del centro dell’ampio minimo.
Nelle precedenti analisi abbiamo detto di voler seguire l’evoluzione di Danielle non solo per capire quale sarà la sua traiettoria, ma soprattutto per vedere quando avverrà la transizione da ciclone tropicale a ciclone extratropicale: si tratta di un’evoluzione a cui l’uragano andrà inevitabilmente incontro nel momento in cui inizierà a richiamare al suo interno l’aria più fredda presente alle alte latitudini. Da quel momento in poi avremo di fronte un normale ciclone tipico delle nostre latitudini, con perturbazione annessa.
Fonte mappa: www.wetterzentrale.de
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera