SICCITÀ: NEGLI ULTIMI CINQUE MESI CADUTA SULL’ITALIA MENO DELLA METÀ DELLA PIOGGIA
SICCITÀ: NEGLI ULTIMI CINQUE MESI CADUTA SULL’ITALIA MENO DELLA METÀ DELLA PIOGGIA
Parlare di siccità e di quanto sia necessaria la pioggia o nutrire la speranza che le condizioni atmosferiche di maggio proseguano il più possibile all’insegna del passaggio di perturbazioni o perlomeno in compagnia dell’instabilità è un argomento che ha poco presa sull’interesse della maggior parte dell’utenza. Non per nulla, la pioggia rientra tra quei fenomeni meteorologici che vengono etichettati come «maltempo», tanto che bastano un paio di giorni piovosi per chiedere al meteorologo di turno quando tornerà il sole.
Eppure l’acqua è simbolo di vita e di purificazione ed è necessaria non solo a noi che possiamo vederla sgorgare dal rubinetto di casa ma anche alla flora e alla fauna che però, per bere, può affidarsi solo all’apertura delle cateratte del cielo. Un cielo che in questi ultimi cinque mesi è stato avaro di precipitazioni a causa, come ormai sappiamo, di una scarsa incidenza sul bacino del Mediterraneo delle perturbazioni atlantiche rimaste bloccate da strutture anticicloniche spesso recidive che ne hanno deviato la traiettoria verso le alte latitudini.
Settimana dopo settimana, siamo così arrivati all’ultimo mese primaverile – quello in corso – ancora statisticamente favorevole alla genesi di condizioni perturbate o instabili, prima che il fisiologico avanzare astronomico della stagione consegni il timone dell’andamento del tempo alle fasce anticicloniche subtropicali, cioè a quelle figure bariche che portano stabilità e temperature estive.
E ci siamo arrivati con un deficit pluviometrico di notevole portata perché, come si può osservare dalle mappe dell’anomalia mensile curate da MeteoNetwork sulla base dei dati raccolti nell’ultimo ventennio, a scala nazionale manca all’appello più della metà della pioggia che normalmente dovrebbe cadere tra dicembre ed aprile.
In particolare, balza all’occhio quanto sia pesante la siccità al Nord e in particolare al Nord-Ovest e come l’estensione dell’anomalia pluviometrica negativa compresa tra il 40 e l’80% occupi la maggior parte delle nostre regioni negli ultimi quattro mesi.
È ovviamente utopia pensare che un maggio piovoso possa risanare questo deficit, sia perché i millimetri da recuperare sono troppi e sia perché, ricollegandoci alle ultime analisi pubblicate, la fase instabile di questi giorni lascerà presto il posto a una rimonta anticiclonica che sembrerebbe abbastanza strutturata e quindi potrebbe essere destinata a durare per più giorni. È stato proprio questo il problema degli ultimi mesi e degli ultimi anni: la dilatazione temporale delle fasi comunemente chiamate di «bel tempo» e la restrizione di quelle comunemente chiamate di «maltempo», salvo poi scoprire che quel «bel tempo» è diventato «maltempo» e viceversa. Cerchiamo allora di uscire da questa etichettatura delle condizioni meteorologiche e di capire che esiste solo il «tempo» in tutti i suoi aspetti, perché solo così si potrà comprendere realmente la gravità dei problemi portati da anomalie persistenti della circolazione atmosferica.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera