SI AFFACCIANO ALL’ORIZZONTE LE PRIME CIRCOLAZIONI DI STAMPO ESTIVO
SI AFFACCIANO ALL’ORIZZONTE LE PRIME CIRCOLAZIONI DI STAMPO ESTIVO
Ci sono schemi sinottici che lasciano pochi dubbi sulle intenzioni della dinamica atmosferica nella sua evoluzione a lungo termine. Alle nostre latitudini questi disegni danno forma di solito ad avvezioni di spessore di geopotenziale che fanno capire quando alle quote superiori la struttura della colonna troposferica assume caratteristiche estive. Si tratta di situazioni che abbiamo imparato a conoscere molto bene perché sono legate all’espansione della fascia anticiclonica subtropicale a cui si associa, di pari passo, anche il trasporto di masse d’aria calde che dalle basse latitudini si muovono verso il Mediterraneo centro-occidentale e i paesi che vi si affacciano.
L’espansione di un promontorio dalla fascia latitudinale intorno ai 30° nord è di solito un segnale che viene colto con discreta attendibilità dai modelli numerici fin dai primi calcoli, cioè da quando la distanza dall’evento è ancora abbastanza lontana nel tempo: lo abbiamo sperimentato anche recentemente, nel corso dell’ultima stagione invernale che è trascorsa all’insegna di questo segnale dominante soprattutto dalla fine di dicembre. Ora, dopo aver vissuto barlumi di normalità primaverile di cui adesso si appresterà ad andare in onda sugli schermi del cielo un nuovo spezzone, sembra che andremo incontro a una fase meteorologica caratterizzata da una buona predicibilità a lungo termine proprio perché un nuovo schema sinottico riconducibile ai campi anticiclonici subtropicali inizia a farsi strada con una certa insistenza dalle elaborazioni per l’inizio della seconda decade di maggio.
La previsione di ensemble elaborata da ECMWF tenendo conto di una cinquantina di scenari fornisce infatti la probabile formazione di una struttura anticiclonica dalla forma a campana che, sul piano isobarico per esempio di 500 hPa (vedi figura), racchiuderà molto probabilmente geopotenziali di stampo estivo sull’Europa sud-occidentale e che quindi comporterà probabilmente la prima significativa avvezione di aria calda dalle latitudini subtropicali.
È superfluo sottolineare che, proprio come abbiamo sperimentato durante l’inverno, si tratterà di uno schema di circolazione atmosferica anomalo per il periodo perché allontanerà di molto, verso le alte latitudini, quel flusso perturbato atlantico che ancora dovrebbe avere voce in capitolo sul tempo di casa nostra. Ma a differenza della stagione invernale in cui gli effetti al suolo di simili dinamiche sono mascherati dalle inversioni termiche per via di una radiazione solare debole e incidente per poche ore al giorno, adesso il fattore astronomico diventa favorevole a far sì che la subsidenza anticiclonica possa lavorare fino ai bassi strati ed estendere così l’azione dei moti di compressione dell’aria fino al suolo, concorrendo al suo riscaldamento.
La speranza è che la situazione meteorologica delineata, ovviamente ancora da definire, sia temporanea e che a questo schema sinottico subentri successivamente almeno una fase più dinamica perché c’è ancora un disperato bisogno di pioggia: partire già a metà maggio con simili situazioni, infatti, non è proprio l’ideale se guardiamo alle condizioni di siccità ancora ben radicate su una larga parte del nostro territorio.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera