PRIMA SETTIMANA DI MAGGIO CON TEMPO INSTABILE: CHE COSA VUOL DIRE E CHE COSA ASPETTARSI
PRIMA SETTIMANA DI MAGGIO CON TEMPO INSTABILE: CHE COSA VUOL DIRE E CHE COSA ASPETTARSI
Le condizioni atmosferiche nella prima settimana di maggio saranno prevalentemente instabili, cioè caratterizzate da un cielo spesso caotico in cui troverà spazio la formazione generalizzata di rovesci e di temporali sulla maggior parte della nostra penisola. Abbiamo detto che questo tipo di dinamica rispecchia appieno la volubilità della primavera ma, il più delle volte, le modalità di sviluppo di questo tipo di fenomeni non sono comprese appieno dal grande pubblico a tal punto da generare l’incomprensione delle previsioni meteorologiche che vengono bollate come «sbagliate» se poi la giornata dovesse trascorrere senza vedere cadere una goccia d’acqua nel proprio giardino di casa.
Quando il tempo è instabile, la comunicazione della previsione diventa molto più importante della previsione stessa perché, proprio per far sì che l’utenza recepisca il bollettino, è prima di tutto necessario far capire il tipo di evoluzione meteorologica a cui si va incontro. Quando il tempo è instabile non parliamo, infatti, dell’arrivo di una perturbazione ma dell’avvento di condizioni atmosferiche che sono favorevoli allo sviluppo spesso localizzato di nubi e di precipitazioni, causato dell’afflusso di aria fresca in quota. Non parliamo quindi di fenomeni portati da un sistema frontale in avvicinamento, ma di fenomeni che nella maggior parte dei casi si formano sul posto sfruttando proprio l’equilibrio instabile in cui viene a trovarsi la colonna atmosferica. Avere infatti aria fresca in quota significa preparare le condizioni affinché l’aria calda presente nei bassi strati, in fase di accumulo durante le ore centrali del giorno grazie all’ormai intenso soleggiamento, possa salire verso l’alto e dare il via al processo di condensazione in nubi torreggianti del vapore acqueo in essa contenuto.
Le aree interne e quelle montuose sono così le prime a veder sviluppare gli effetti di questa instabilità in termini di rovesci e temporali che possono poi sconfinare anche lungo le coste qualora le correnti portanti lo permettano. La formazione spesso localizzata della fenomenologia lascia però inalterata l’evoluzione del tempo in aree vicine, dove magari ad un aumento irregolare della nuvolosità non seguono fulmini, tuoni e scrosci di pioggia accompagnati magari anche da qualche ancor più localizzata grandinata. Ecco che allora si assiste, in una stessa provincia, ad evoluzioni del tempo in cui da una parte il cielo continua a rimanere in prevalenza sereno e dall’altra l’instabilità mostra appieno i propri frutti.
Il tempo definito «instabile» prevede proprio questo: avere magari la pioggia che cade a carattere di nubifragio per una mezz’ora in un determinato luogo e spostarsi di 10-15 chilometri in linea d’aria per trovare la strada appena bagnata o completamente asciutta. Stiamo quindi parlando di una condizione atmosferica che non potrà essere prevista con dovizia di particolari perché la localizzazione spazio-temporale della fenomenologia pone dei limiti alla sua previsione: un’evoluzione che, come noto, nasce dal calcolo di un modello numerico che simula l’evoluzione. E una simulazione, pur avvicinandosi, non è la realtà.Nei prossimi giorni cerchiamo allora di avere una mente elastica quando leggeremo le previsioni del tempo, senza aspettarci di sapere per filo e per segno come si comporterà il tempo sopra la nostra testa. Quando il tempo è instabile, è sicuramente l’approccio migliore per leggere un bollettino.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera