PROSSIMA SETTIMANA ALL’INSEGNA DI CORRENTI OCCIDENTALI GRADUALMENTE PIÙ TEMPERATE E PIOVOSE
PROSSIMA SETTIMANA ALL’INSEGNA DI CORRENTI OCCIDENTALI GRADUALMENTE PIÙ TEMPERATE E PIOVOSE
Nelle prossime ventiquattro ore raggiungerà l'apice sull’Italia l’irruzione di aria fredda proveniente dall’est europeo dove negli ultimi giorni la discesa di una depressione di origine artica, alimentata poi da aria gelida in uscita dall’anticiclone russo, ha portato e continua tutt’ora a determinare temperature decisamente basse, dalle caratteristiche pienamente invernali. Come si può osservare nella prima figura, infatti, le anomalie termiche più intense caratterizzeranno ancora la regione balcanico-danubiana, con i valori previsti sulla quota isobarica di 850 hPa (cioè a circa 1500 metri di quota) che si porteranno ancora per qualche giorno fino a 10-12 °C al di sotto della climatologia dell’ultimo trentennio. L’azione più marginale che sta avendo questa massa di aria gelida sulla nostra penisola è la dimostrazione di quanto sia estremamente complesso il coinvolgimento delle nostre regioni in questo tipo di circolazione di stampo continentale nel momento in cui a ovest dell’Italia non si incastrano perfettamente alcuni tasselli di quell’intricato mosaico atmosferico composto dai centri di alta e di bassa pressione che costruiscono le traiettorie dei flussi: con un’espansione disturbata verso la penisola scandinava del campo anticiclonico azzorriano e l’inserimento sul Mediterraneo di circolazioni cicloniche non particolarmente incisive e profonde (si veda l’immagine sovrapposta sempre in figura 1) il risucchio delle masse d’aria dall’est europeo non può essere organizzato e risultare particolarmente incisivo, ma si presenta invece in forma più attenuata anche a causa dell’azione di contenimento al travaso dell’aria gelida verso ovest che in questa circostanza viene offerto dalle Alpi Dinariche.
La dinamica atmosferica ci ricorda quindi per l’ennesima volta che viviamo alle latitudini temperate e che il freddo, per giungere fino a noi, deve trovare più figure di alta e di bassa pressione disposte ad allearsi tra di loro per costruire un complesso marchingegno a ingranaggi in cui nessuna ruota dentata può permettersi di far di testa propria, ma lavorare in sinergia con le altre. Volendo, anche dall’evoluzione prevista per la prossima settimana possiamo dedurre questo valido insegnamento che non dobbiamo mai dimenticare. Circa l’evoluzione del Vortice Polare, ci eravamo infatti lasciati il 12 gennaio discutendo che una sua azione sull’Europa sarebbe stata legata alla forza e all’espansione meridiana di un anticiclone di blocco in Oceano Atlantico.
Che cosa possiamo dire oggi a proposito di quella linea di tendenza? Nella seconda figura troviamo la risposta a questo interrogativo. Il segnale dominante che avevamo discusso rimane inalterato e di conseguenza, giunti ormai a una distanza temporale di sei giorni dall’evento, possiamo iniziare a inquadrare lo schema sinottico assegnandogli una maggiore affidabilità. Si conferma sull’Oceano Atlantico settentrionale un’azione di “blocco a omega” con la circolazione anticiclonica che in quota, a circa 5500 metri, avrà molto probabilmente sede sulla Groenlandia e che sarà delimitata a ovest e a est da due circolazioni opposte di bassa pressione: da qui il nome del blocco perché la sua forma ricorda la lettera dell’alfabeto greco. Il centro depressionario a est individuerà la parte meridionale del lobo del Vortice Polare (VP) presente sui settori settentrionali del continente euro-asiatico, destinato come avevamo detto a muoversi nei prossimi giorni con moto retrogrado (cioè da est verso ovest) con l’aiuto dell’anticiclone polare, fino a portarsi fin sulla penisola scandinava e da qui estendere la propria influenza anche alle Isole Britanniche.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera