GLI EFFETTI DELLO STRATWARMING INIZIEREBBERO A CONDIZIONARE ANCHE LA TROPOSFERA: UNA SOMMARIA ANALISI DEI PRIMI SEGNALI
GLI EFFETTI DELLO STRATWARMING INIZIEREBBERO A CONDIZIONARE ANCHE LA TROPOSFERA: UNA SOMMARIA ANALISI DEI PRIMI SEGNALI
Da una prima analisi della circolazione emisferica prevista con scadenza temporale fino a una settimana sembrerebbe che le dinamiche che stanno condizionando il vortice polare stratosferico, di cui abbiamo parlato nell’articolo pubblicato il 3 gennaio, possano influenzare anche i futuri movimenti del vortice polare troposferico, cioè di quella trottola di aria gelida che ha dimora laddove l’atmosfera costruisce i fenomeni meteorologici che osserviamo quotidianamente. Osservando la previsione della disposizione delle principali figure bariche (figura 1), si nota infatti come sul Polo Nord entro la fine della prossima settimana andrà molto probabilmente affermandosi un Anticiclone Polare piuttosto intenso con valori intorno ai 1040 hPa nel suo centro, intenzionato a imprimere alle alte latitudini una circolazione antizonale tale da condizionare anche le sorti del Vortice Polare e in particolar modo del suo lobo più vasto, attualmente esteso dal settore centro-orientale del continente asiatico fino all’Alaska. Questa struttura dovrebbe infatti muoversi con moto retrogrado, andare così ad assumere anche in troposfera una forma allungata verso l’Europa settentrionale e in prospettiva estendere la propria influenza alla penisola scandinava con il suo settore più occidentale. Di pari passo, tra il continente americano e quello europeo potrebbe avere sempre più importanza un segnale ondulatorio del flusso entro la fine della seconda decade: se questa ipotesi dovesse acquistare affidabilità e quindi caratterizzare le dinamiche atmosferiche dell’Oceano Atlantico significa che saremmo di fronte a un rallentamento delle correnti occidentali indotto da un’attenuazione del gradiente termico nord-sud, a sua volta provocato dalla perdita di importanza del lobo canadese che sarebbe impossibilitato a imprimere vere e proprie accelerazioni alla corrente a getto in uscita dal continente americano per le sue ridotte dimensioni. Avere infatti a disposizione un volume più ristretto di aria gelida vuol dire attenuare i contrasti termici con le latitudini più meridionali e quindi indurre le correnti portanti a muoversi in modo sinuoso. Nel corso della prossima settimana i segnali dominanti da seguire per comprendere l’evoluzione del tempo in Europa potrebbero quindi essere due: da un lato l’azione retrograda del Vortice Polare che sposterebbe una parte della sua struttura verso il vecchio continente provando a conquistare la penisola scandinava, dall’altro la possibile tendenza delle correnti occidentali a muoversi costruendo scambi meridiani.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera