SIAMO FINITI DENTRO UNA PROFONDA BUCA DI ALTEZZA DI GEOPOTENZIALE
SIAMO FINITI DENTRO UNA PROFONDA BUCA DI ALTEZZA DI GEOPOTENZIALE
Su molte regioni adesso piove sul bagnato. Con oggi, infatti, termina la seconda settimana di novembre in cui le condizioni meteorologiche sono state prevalentemente caratterizzate da un continuo andirivieni di sistemi perturbati nati in Atlantico e poi spediti di gran carriera verso le nostre latitudini mediterranee, dove hanno trovato accoglienza in diverse strutture depressionarie “made in Italy”.
La persistenza dello stesso tipo di tempo ha così plasmato un segnale perturbato davvero importante, tanto da poter ora parlare di marcata anomalia della circolazione atmosferica su tutto il settore europeo centro-occidentale, Mediterraneo compreso.
In poche parole, le superfici isobariche dell’atmosfera si collocano attualmente ad altezze di geopotenziale inferiori alla media, con scarti negativi che raggiungono mediamente i 150-200 metri sul periodo 1-14 novembre tra le Isole Britanniche e la Francia per quanto riguarda il piano isobarico di 500 hPa.
Per chi non mastica molto di meteorologia, proviamo a spiegare il concetto in questo modo.
Il piano isobarico di 500 hPa possiamo paragonarlo a un vastissimo lenzuolo, debolmente ondulato, che si trova a circa 5500 metri di quota. Supponiamo ora che all’interno di questo lenzuolo cadano ripetutamente delle sfere e che il loro accumulo causi un affondamento sempre di più verso il basso del lenzuolo stesso, nella zona in cui agisce il peso delle sfere, fino a 150-200 metri al di sotto della quota a cui si trova di solito il lenzuolo. Se pensiamo a queste sfere come se fossero perturbazioni, abbiamo a grandi linee lo stesso effetto che i sistemi perturbati hanno per esempio sulla superficie di 500 hPa, cioè sul lenzuolo a cui stiamo facendo riferimento: abbassano di quota questa superficie, portandola ad altezze inferiori rispetto a quelle solite in questo periodo.
Possiamo allora comprendere che partendo da una situazione di questo tipo, caratterizzata da una buca al momento ben definita che funziona come una calamita per le sfere-perturbazioni che passano nelle vicinanze, non possiamo ancora attenderci un miglioramento deciso delle condizioni atmosferiche, ma si può pensare che l’atmosfera possa ora invertire la rotta e intraprendere un processo di colmamento almeno parziale della buca, passando così da condizioni perturbate a condizioni dettate da una maggiore variabilità, in cui ci possa essere spazio anche per qualche occhiata di sole.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete seguirmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano