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I passi che compie un meteorologo per analizzare una linea di tendenza

Scritto da Andrea Corigliano Venerdì 15 Febbraio 2019 11:00

I PASSI CHE COMPIE UN METEOROLOGO PER ANALIZZARE UNA LINEA DI TENDENZA A LUNGO TERMINE.

Scenari per il 24 febbraioPrendo spunto dall’ultimo aggiornamento calcolato dal modello europeo ECMWF (15 febbraio, ore 00 UTC) perché mi permette di far capire al lettore, per sommi capi, come un meteorologo valuta una linea di tendenza a lungo termine: in questo caso, l’orizzonte temporale a cui ci spingiamo è di 9 giorni e vediamo quindi che cosa è possibile affermare oggi circa l’evoluzione prevista per il 24 febbraio. Nell’immagine allegata sono riportate tre figure che ora andiamo a commentare quanto basta per rispondere alla domanda posta nel titolo di questo articolo. La figura 1 illustra uno scenario (cioè una previsione) che il modello europeo ha calcolato per quel giorno. Senza scendere troppo nei dettagli della descrizione sinottica, vi invito a osservare la forma della linea nera (isoipsa) etichettata con il valore di 5520 metri che rappresenta l’altezza di geopotenziale alla quale la pressione atmosferica è di 500 hPa. Si nota che questa linea descrive grosso modo la cresta di un’onda che dal vicino Oceano Atlantico arriva fino alla Groenlandia e ai paesi scandinavi per poi piegare verso l’Europa orientale e descrivere un cavo che include l’Italia e il Mediterraneo orientale. Dal momento che all’interno della cresta dell’ondulazione è presente un campo di alta pressione (A) e nel cavo un campo di bassa pressione (B), possiamo facilmente intuire che con questa disposizione delle figure bariche l’Italia è esposta a correnti fredde o molto fredde da nord-est. Se quindi io volessi scrivere una previsione per il 24 febbraio basandomi esclusivamente su questa mappa, io potrei scrivere che verso la fine di questo mese avremo un sensibile calo termico su tutta l’Italia e il ritorno della neve fino a quote molto basse o di pianura sul versante adriatico e al Sud. Domanda: “Si tratta di una previsione credibile, essendo a 9 giorni?” La figura 2 comincia a fornirci una prima risposta. In questo caso commentiamo non uno scenario, ma una previsione che viene calcolata tenendo conto di 50 previsioni parallele: ottengo cioè una previsione media su 50 previsioni che chiedo al modello di calcolare per capire se le condizioni a medio e lungo termine sono predicibili oppure no. L’idea è questa: se ottengo 50 previsioni simili la previsione è attendibile, altrimenti no. Possiamo allora vedere, osservando sempre la linea nera etichettata con 5520 metri, che rimane ben visibile la forma della cresta dell’ondulazione come sede del campo anticiclonico, ma rispetto all’unico scenario della prima figura cambia notevolmente, per esempio, la previsione per l’Italia che non viene più inclusa in una conca di bassa pressione. Abbiamo quindi una previsione media su 50 scenari che non mi indica più la stessa previsione illustrata nella prima figura e quindi deduciamo che, all’interno delle 50 previsioni, sono poche quelle che optano per l’arrivo deciso di un’irruzione fredda e sono più numerose quelle che invece optano per un’influenza del flusso freddo settentrionale che potrebbe essere più marginale. In altre parole, essendo AL MOMENTO debole il segnale legato a una massiccia irruzione di aria fredda il meteorologo è orientato a scartare questa previsione.


Possiamo allora sciogliere la prognosi? No, perché a questo punto resta da valutare quanto possa essere “più o meno” marginale per l’Italia lo scorrimento di aria più fredda lungo il bordo orientale dell’alta pressione: questo particolare dipende da quanto potrebbe essere “più o meno” invasivo il campo anticiclonico che posizionerà probabilmente il suo asse sull’Europa occidentale. A tal proposito questa incertezza del “più o meno” ci viene illustrata nella terza figura in cui si riporta, sempre con la linea nera di 5520 metri di altezza di geopotenziale a 500 hPa, la forma dell’ondulazione derivata dalla media delle 50 previsioni (dalla figura 2), mentre con le gradazioni cromatiche è rappresentata proprio l’incertezza attorno a questa previsione media: i colori rossi ci informano che ancora l’incertezza è elevata e quindi non è ancora possibile sciogliere del tutto la prognosi. Ma allora non possiamo proprio dire nulla sul tempo che avremo intorno al 24 febbraio? Possiamo affermare che PROBABILMENTE il campo di alta pressione sarà destinato nuovamente a rafforzarsi dopo il temporaneo calo a cui andrà incontro all’inizio della prossima settimana (come detto nell’articolo di ieri), ma non è ancora possibile entrare nei dettagli spaziali relativi all’eventuale influenza che potrebbero avere le correnti fredde che scorreranno comunque lungo il bordo orientale del campo anticiclonico: a seconda del raggio d’azione che avrà il campo di alta pressione, su cui come abbiamo visto aleggia un’incertezza ancora elevata, il flusso freddo settentrionale potrebbe essere relegato completamente all’Europa orientale o riuscire a interessare soprattutto i versanti orientali secondo modalità ancora tutte da accertare. Invece, AL MOMENTO, l’unica certezza è che lo scenario singolo discusso nella prima figura è IL MENO PROBABILE e che quindi una previsione di freddo intenso e di neve in arrivo per il 24 febbraio, non essendo supportata da solide basi scientifiche, non va presa in considerazione e, ancor meno, diffusa al grande pubblico perché ne va la credibilità della meteorologia.

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