Ci apprestiamo a vivere un fine settimana dalle caratteristiche invernali soprattutto sulle regioni adriatiche centro-meridionali e sul Sud Italia dove, come abbiamo detto, saranno maggiori gli effetti dell’aria fredda in arrivo dalla penisola scandinava. Non saremo attraversati da una fase di maltempo a tutti gli effetti perché, se tra domani e domenica avremo modo di dare un’occhiata al barometro, ci accorgeremo che i fenomeni atmosferici come le precipitazioni si verificheranno in condizioni prettamente anticicloniche e quindi in un ambiente a loro ostile che non ne incentiva la formazione. Non essendoci quindi un centro motore organizzato – quale è una depressione presente a tutte le quote – in grado di rinnovare di continuo lo sviluppo di nubi e di idrometeore, l’atmosfera avrà così a disposizione altri due metodi meno efficaci e più disordinati per fabbricare piogge e nevicate: il contrasto termico e lo sbarramento orografico (stau).
Attraverso la simulazione modellistica che è riportata in figura vorrei farvi notare proprio la differenza tra queste due dinamiche. La fase di contrasto termico presuppone lo scontro tra due masse d’aria profondamente diverse, cioè tra quella mite e umida preesistente e quella fredda in arrivo: grosso modo, è la fase meteorologica che ci dovrebbe accompagnare tra questa sera e la prossima notte, quando dal Mar Adriatico verso le coste di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia giungerà nuvolosità cumuliforme associata a rovesci anche a sfondo temporalesco che porteranno le prime nevicate in Appennino a quote inizialmente collocabili tra 800 e 1000 metri, ma con quota neve in rapido calo. Questa evoluzione sarà associata a un sensibile rinforzo dei venti di bora che causeranno, di pari passo, anche un aumento del moto ondoso.